Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha parlato dello schieramento di allenatori alla guida delle venti panchine delle squadre di Serie A. Ecco le sue parole: “Tra i 5 campionati top europei non ce n’è uno così autoctono: 17 mister nostrani su 20. Proporzione quasi capovolta in Premier League: 3 tecnici di casa su 18. La Spagna è la lega più vicina a noi: 15 allenatori del luogo e 5 arrivati dall’esterno. La Bundesliga ha democraticamente spaccato in due la quota tecnica: 9 panchine ai tedeschi, 9 agli stranieri. La Ligue1, pur con tutto l’orgoglio patrio caro ai francesi, ha assegnato 8 panchine a tecnici in trasferta di lavoro”.
I pro e contro dell'”itanialità” della Serie A
Il giornalista ha proseguito: “Il dato riconosce l’eccellenza di una scuola tattica che ci è sempre stata riconosciuta. Nel bicchiere mezzo pieno c’è l’orgoglio della nostra premiata bottega tattica. Ma accanto a questo orgoglio di competenze, riconosciamo un fastidioso sospetto che rappresenta la metà vuota del bicchiere: ci siamo chiusi nel nostro cortile e giochiamo tra noi perché il pallone è nostro. Quanto si può crescere in un cortile chiuso? Se l’Inghilterra, che non alza un trofeo dal ’66, è arrivata giocarsi due finali europee, è perché la Premier ha rinunciato al poco splendido isolamento tattico e ha accolto maestri dal continente”.