[fncvideo id=670034 autoplay=true] Gianni Nanni, membro della Commissione Medica della FIGC, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo circa la possibilità di attuare la vaccinazione obbligatoria anche in Serie A: “Ad un mese dall’avvio della Serie A, giudico il quadro epidemiologico abbastanza buono. Gran parte dei componenti dei diversi gruppi squadra sono vaccinati. Ci sono pochi casi di membri non ancora vaccinati. L’auspicio è quello di arrivare alle prime gare ufficiali con percentuali di membri sottoposti a doppia dose maggiori. Rispetto allo scorso anno è già un grande passo in avanti”.
“Quello inglese è di sicuro un modello molto drastico, ma anche molto efficace. Dinanzi ad una pandemia ci vogliono delle regole precise e bisogna assicurarsi poi che vengano rispettate. Dal punto di vista dell’applicabilità in Italia, non ne sono convinto. Non può esser data l’obbligatorietà per il vaccino. Si possono prendere, però, altre decisioni: chi decide di non vaccinarsi, deve poi prendersi le proprie responsabilità e farsi carico delle spese mediche che ne conseguono. E se crei un focolaio all’interno di una squadra, di un’azienda o di una scuola, devi pagarne anche le conseguenze economiche. Le persone sono libere di decidere quello che meglio credono, ma poi devono assumersene le responsabilità morali ed economiche delle loro scelte. Non credo ci sia nulla di male”.
“Lo sport senza tifosi è qualcosa di monco. Mi sento ottimista, però. Col green pass è possibile tornare a qualcosa di molto vicino alla vita normale. Possiamo aprire gli stadi, anche con capienze importanti, purché le gente che entra abbia il green pass. Riportare la gente allo stadio sarebbe un segnale importante, soprattutto con persone che non generebbero il rischio di nuovi focolai. Secondo me, la scelta di far entrare i tifosi col green pass sarebbe una scelta vincente. Ripeto: con l’ausilio del green pass, il pericolo di contagio viene limitato moltissimo. Quasi azzerato”.