TORINO – In questi ultimi mesi uno dei temi più discussi in casa Juve è legato al futuro di Paulo Dybala, se sarà ancora sotto la Mole o lontano da Torino. L’attaccante argentino è uno dei giocatori più forti in orbita a livello internazionale, e i bianconeri se ne priveranno solamente per fare posto ad un altro dello stesso calibro ma trattenerlo senza ostacoli non sarà facile. Intanto, proprio il suo biografo, Marcos Villalobo, ha voluto svelare alcuni retroscena della Joya, in un intervista rilasciata ai microfoni della BBC.
SUL PERSONAGGIO – ” La Dybala mask deriva dal fatto che Paulo si fan del film ‘Il Gladiatore‘, Paulo ha deciso di indossare la maschera di Massimo, per dimostrare a se stesso di essere un guerriero, uno che non molla mai. L’invenzione del soprannome La Joya? Dybala era il diamante grezzo delle giovanili dell’Instituto, la prima volta che gli ho menzionato questo soprannome lui ha riso e ha detto che gli piaceva”.
SULLA SUA CITTA’ – ” Qui, nessuno userebbe mai il suo cognome. Solo gli estranei dicono Dybala. Per i 7.500 abitanti di Laguna Larga, è Paulo. Ma è probabilmente l’unico posto nel paese in cui Lionel Messi arriva secondo. “Questa è la città di Paulo Dybala”, recita un gigantesco cartellone pubblicitario su Ruta Nueve, la strada che collega le tre principali città argentine: Cordoba, Rosario e Buenos Aires”.
SUL SUO PASSATO – ” Paulo ha iniziato con Sportivo, fino a quando non ha ricevuto un’offerta per allenarsi con l’Instituto, una squadra più grande lungo la strada a Cordoba. Adolfo lo guidava lì, rimaneva fino a quando l’allenamento non era finito, quindi tornava indietro. Un totale di 150 km (93 miglia), giorno dopo giorno, dedicato a quel sogno calcistico”.
SU SUO PADRE – ” Quando ad Adolfo è stato diagnosticato un tumore, tutto nella loro vita è crollato. Paulo, che allora aveva 15 anni, aveva accordato un prestito dall’Instituto alla sua città natale – da Newell’s – in modo da poter rimanere vicino a suo padre nei suoi ultimi giorni. Paulo ha sognato che suo padre lo avrebbe visto giocare nella massima serie, è stato un colpo terribile quando è morto. Parlando alla rivista Vanity Fair nel 2017, Dybala ha dichiarato: “La morte di mio padre è stata per me un dolore incredibile, ho quasi lasciato il calcio. “Penso sempre a lui e gli dedico tutti i miei obiettivi: dopo aver segnato, lo ringrazio perché sono sicuro che lo stia guardando, impossibile sostituire un padre, nella mia vita la famiglia è tutto”.
SULLA PRIMA STAGIONE DA PROFESSIONISTA – ” Quella stagione ha segnato 17 volte in campionato. Tra i suoi obiettivi c’erano due triplette: un’impresa realizzata in età precoce rispetto a Diego Maradona. Era un ragazzo umile, non era mai maleducato e reagiva con naturalezza, con un sorriso. Alcuni giocatori di talento, specialmente da bambini, sono anche ribelli, ma la ribellione di Paulo è sempre uscita in campo”.
SUL PALERMO – ” Ma molto presto il mondo più ampio si siederà e prenderà nota. L’Istituto ha ricevuto 3 milioni di euro (2,7 milioni di sterline) quando ha venduto Dybala a un gruppo privato di investitori prima della fine di quella stagione di debutto. Il Palermo ha finito per pagare quattro volte di più nell’aprile 2012, il loro presidente Maurizio Zamparini ha dichiarato: “Abbiamo strappato il nuovo Sergio Aguero dalle mani dell’Inter, del Paris St-Germain e del Chelsea”. Nella sua prima stagione in Italia, Dybala ha subito la retrocessione in serie B, ma il suo sviluppo non si è fermato”.
SU GATTUSO – ” L’ex centrocampista dell’AC Milan Gennaro Gattuso come allenatore lo ha aiutato, anche se i metodi non erano ortodossi. “Mi insegnerebbe come evitare i placcaggi”, dice Dybala a Ringhio. “Nelle sessioni di allenamento, a volte mi segnava e mi prendeva a calci in modo da capire come difendermi”.
SULLA JUVE – ” La Juventus era venuta a chiamare. Hanno assicurato la firma di un ragazzo di 21 anni per 32 milioni di euro (28,5 milioni di sterline) e un nuovo capitolo sarebbe iniziato. Era una mossa che Dybala sentiva di dover fare, per mettersi alla prova contro il meglio. Dybala non ha deluso. È un giocatore strumentale in una Juve che in questa stagione sta cercando di vincere un ottavo titolo consecutivo in campionato, avendo realizzato la squadra di Serie A dell’anno in ciascuna delle sue tre stagioni di successo in bianco e nero. Solo i giocatori più talentuosi e dalla mente fredda sono in grado di esibirsi quando la palla è come una patata bollente. Dybala è uno di quelli”.
SUL NUMERO DI MAGLIA – ” A Torino, la maglia numero 21 era disponibile dopo la partenza di Andrea Pirlo per New York City. Dybala lo prese. Poi, dopo l’uscita di Paul Pogba nel Manchester United nel 2017, è arrivata la possibilità di indossare il numero 10. Un’occasione per seguire dove erano andati prima Michel Platini, Roberto Baggio e Alessandro del Piero”. Intanto dalle parti della Continassa è pronto il prossimo colpo di mercato.>>> CONTINUA A LEGGERE
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