ESCLUSIVA JEAN KEAN: "Sua madre lo aveva venduto al City ma io e Marotta bloccammo tutto. Aspetto che mi porti il Pallone d'Oro a casa"

ESCLUSIVA JEAN KEAN: “Sua madre lo aveva venduto al City ma io e Marotta bloccammo tutto. Aspetto che mi porti il Pallone d’Oro a casa”

Jean Kean
Il padre dell'attaccante bianconero ha cortesemente rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva alla nostra redazione

di Fabio Marzano

TORINO – L’uomo più discusso del momento, in tutto l’ambiente bianconero ma anche all’interno dell’intero panorama calcistico italiano è sicuramente Moise Kean. Il baby fenomeno della Vecchia Signora sta incantando tutti a suon di gol, già 9 quelli messi a segno in questa stagione e nessuno prima d’ora aveva mia fatto meglio di lui. A raccontarci la crescita e il futuro del ragazzo è stato suo padre, Jean, che ha cortesemente rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva alla nostra redazione.

Come valuti questa crescita esponenziale di Moise?

“Il ragazzo sin dalla sua nascita è sempre stato vivace e gli piace ballare oltre che giocare a calcio. Prima di vedere a che livello è arrivato ora guardate bene chi era e da dove è venuto. Ogni volta che segna un gol, balla ed è sempre contento. Io che l’ho visto crescere giocando a pallone sono contento per dove è arrivato ora ma mi sembra tutto cosi normale se ripenso a come è sempre stato”. 

Viste le dichiarazioni di questi giorni, volevo chiederti che tipo di rapporti ci sono tra voi?

Il rapporto va bene, per me va bene. Mio figlio mi vuole bene e io voglio bene a lui, all’età che ha può pensare quello che vuole ma so che mio figlio mi vuole bene come io voglio bene a lui e a tutti i miei figli. L’ho seguito dall’Asti Calcio fino alla Juventus, tutto il suo percorso, dall’Asti a Torino, sono sempre stato con lui. Abbiamo affrontato molti sacrifici, prendevano il treno tutti i giorni per andare agli allenamenti e alle partite. Se io ho fatto tutto quello che ho fatto per lui è perchè credevo che potesse sfondare, anche i suoi fratelli hanno giocato ma non sono mai arrivati come ha fatto lui. Io prima non lavoravo e molte volte non avevamo i biglietti del treno, quindi di conseguenza ci facevano scendere a metà strada e lui piangeva perchè non riusciva a giocare. Tutto questo l’ho fatto solo perche gli voglio bene e volevo che mio figlio arrivasse in alto, ora posso dire che il mio sogno si è realizzato”. 

Perchè Moise sostiene che quello che è diventato ora lo deve solo grazie alla madre?

Questa cosa a dirti la verità non è veritiera. Certo, ci siamo divorziati, se una coppia non si vuole più è normale che ci sia la separazione, non siamo ne la prima famiglia a farlo e nemmeno l’ultima. La madre non voleva che io vedessi Moise nell’ultimo periodo della sua crescita, ovvero nei primi anni che arrivò alla Juve, aveva 14 anni ed è un ragazzo che ha fatto tantissimi salti. A 8 anni giocava con i ragazzi di 10, a 10 anni con quelli di 12 e via via cosi, ha sempre saltato. Quando era piccolo a casa mi spaccava tutto, lampade, mobili, qualsiasi cosa, un giorno ero talmente arrabbiato che l ho portato ai giardinetti dopo avergli comprato un pallone e lui ha giocato tutto il giorno. Quando è andato via il sole ed era buio gli dissi di andare a casa e lui iniziò a piangere come un bambino. Voleva sempre giocare, giocare, giocare, fino a che non andava a letto. La sua è una forza naturale. Ora sono tutti pazzi di Moise, sua madre dice che io l’ho abbandonato a 4 anni ma non è vero perchè io l’ho sempre accompagnato nel suo percorso di crescita, da Asti Calcio, fino alla Juventus, quindi per questo dico che queste sono cose non vere”. 

Pensi che Moise resterà alla Juve a vita?

Io voglio che mio figlio resti alla Juve. Anche se gioca poco sta imparando, gli manca solo l’esperienza, ha tutte le potenzialità ma l’esperienza serve. Sta migliorando vicino a campioni come Cristiano Ronaldo, Chiellini, a cui voglio molto bene e ringrazio tantissimo e ha tutta la squadra vicino. Io voglio che resti ancora alla Juve, impara bene e aspetto che mi porta a casa il Pallone d’Oro”. 

Dato che se ne parla moltissimo volevo chiederti se potevi raccontarci meglio la vicenda dei trattori?

Questo problema del trattore mio figlio non lo sa, ma abbiamo trattato io con il direttore Marotta. Io sono un agronomo e sto facendo di tutto per aiutare il mio popolo e i ragazzi che vogliono venire in Europa. Io ho imparato tutto qua e quello che ho appreso volevo andarlo ad insegnare, però insegnare senza trattore era impossibile. Quando Marotta mi ha chiamato mi ha detto:” La tua ex moglie vuole portare il ragazzo al Manchester City, puoi venire ad aiutarci a trattenerlo da noi?”. Io gli ho detto: “Ok, però cosa mi date in cambio? Io vorrei i trattori vecchi che non usate da molti anni e me ne vado”. Loro risposero che non era un problema e che me li avrebbero fatti recapitare appena Moise firmava il suo contratto da professionista. Mi hanno dato un lavoro ad un bar, ristorante, dove facevo il lavapiatti e aspettavo questa firma sul contratto. Dopo un anno che ho lavorato mi chiamarono e mi dissero: ” E’ arrivato il momento di firmare il contratto”, io dissi che prima mi doveva essere assegnato il trattore. Il giorno dopo su Tuttosport scrissero che mio figlio avrebbe firmato solo in cambio di trattori e non so come facevano a sapere la notizia. Mio figlio si arrabbiò per questo e rischiando che tutto saltasse sono ritornato subito indietro e ho firmato per il bene suo. Se mio figlio arriva in alto va benissimo ma le promesse vanno mantenute. Io oggi sto ancora aspettando questa promessa, sono fatto così, la promessa è un debito e finché non me li daranno ogni volta che mi chiedono di questo dirò sempre la verità. Mio figlio è arrabbiato per questo, perchè è la sua società, è li che lavora, ecco perchè ha scritto: “Trattore, trattore, trattore”. Mio figlio sta vivendo un momento fantastico, ha il bene e la stima di tutta la squadra, di tutta la società, quindi dico: “Datemi questi trattori e me ne vado”.

Cosa ha provato quando suo figlio ha segnato il primo gol in Serie A e cosa prova ora a vedere dove è arrivato?

“A mio figlio manca una sola cosa, l’esperienza. Quando arriva di fronte al portiere non sa come gestire la finalità. Una volta che lui acquisisce anche questo sarà un campione, quando ho visto che ha fatto il primo gol in Nazionale, io gia sapevo che avrebbe segnato, anche con quella maglia addosso, perchè lo conosco troppo bene. Quando ha segnato ho urlato tre volte e ho pensato: ” Ha realizzato il suo sogno”. E’ la gioia della famiglia e noi stiamo pregando sempre, io , i suoi fratelli, sua madre, stiamo tutti pregando per il futuro del nostro tesoro. Moise è casa sua, la Juve è la sua casa. Quando mi chiedono se mio figlio si sposa io dico che non può farlo, perche a lui non interessa, a lui interessa solo la Juve. Io sono nero ma ho il sangue bianco, sin da piccolo, lo dico sempre, sono bianconero”. 

Ringraziamo gentilmente Jean Kean per la disponibilità, intanto in casa Juve si pensa al prossimo colpo di mercato.>>> CONTINUA A LEGGERE 

 

 

 

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