TORINO – L’ex giocatore Antonio Cassano ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ai quali ha raccontato se stesso e le sue impressioni sulla Serie A.
GOL ALL’INTER – “L’ultima volta che l’ho visto? Lo guardo praticamente ogni giorno, anche con i miei figli. E a loro dico: ‘Lì è cambiata la vita del vostro papà’. Da quel giorno sono diventato ricco, famoso e bello. Fu un ‘gesto normale’? Vero, in allenamento ma anche per strada ne avevo fatti di più belli. Fascetti mi disse che avrei giocato alle 7 di sera… Lancio di Perrotta. Il più bello, forse l’unico azzeccato nella sua carriera. Pallone portato avanti col tacco destro: e quello è stato il difficile, condurre avanti la palla senza perdere velocità. Poi in dribbling salto Blanc e Panucci e infilo Ferron. E ho una certezza: è stato il gol più bello degli ultimi venti anni di Serie A. Ho incontrato Ferron a Coverciano. Mi ha detto: ‘Ma lo sai che per quel gol sono stato rimproverato a lungo dai miei compagni dell’Inter. Mi dicevano che avrei potuto parare il tiro’. Io gli ho detto che nessuno avrebbe potuto fermarmi”.
BILANCIO – “Nel calcio sono stato molto fortunato. Volevo giocare in Serie A e l’ho fatto. Sognavo la Nazionale e ho fatto Europeo e Mondiale. Volevo indossare la maglia del club più famoso del mondo, il Real, e ce l’ho fatta. Nella vita? Ho due figli meravigliosi e una moglie fantastica. A Carolina auguro di giocare l’Olimpiade con la Nazionale di pallanuoto: lei è fiduciosa, continua a credere nella meritocrazia. Avessi la bacchetta magica di questi venti anni cancellerei gli insulti a Riccardo Garrone. Non me li perdonerò mai”.
DIRETTORE SPORTIVO – “Un corso di 144 ore a Coverciano, esperienza bellissima. Titolo tesi? ‘Il conflitto con l’allenatore’. Ho tanta esperienza in questo campo (ride). Quanto tempo ho impiegato? Poco. Ho messo giù solo quattro paginette. Sul tema avrei potuto parlare per tre giorni di fila e avrei impiegato almeno dieci giorni per scrivere tutto. Quindi ho fatto una sintesi. Conflitto preferito? Quello con Capello. Ma calcisticamente era follemente innamorato di me. I miei compagni di banco erano Berti e Alessandro Lucarelli. E poi Tognozzi e Scala, due professionisti preparatissimi. Docenti? Tutti bravi. Ma Ausilio è il numero uno e un punto di riferimento. Sabatini è geniale, parla di calcio sempre in termini di qualità”.
ADESSO – “Sì. Vorrei trovare un presidente che mi dia fiducia e piena autonomia nelle scelte. I calciatori vanno studiati e visti dal vivo più volte. A me piacciono quelli di qualità. L’allenatore che sceglierei? Cercherei di prendere uno più pazzo di me: Bielsa. Ha personalità, fa giocare bene le sue squadre e sa di calcio. Altri due allenatori che stimo molto sono Nagelsmann del Lipsia e Rose del Borussia Mönchengladbach.
TALENTO – “Ai Mondiali Under 20 mi è piaciuto il coreano Lee Kang-In del Valencia, un mancino alla David Silva”.
QUALITÀ – “Concetto che mi sta a cuore, vero. Nel calcio di oggi quei giocatori “speciali” come Totti, Del Piero, me, Zola, Pirlo non ci sono più. Guardiamo l’attacco del Milan attuale e confrontiamolo con quello composto da Ibrahimovic, Cassano, Pato, Robinho e Inzaghi…”.
ITALIA – “Roberto ha fatto un lavoro straordinario, ha vinto 11 partite di fila, è una bellissima Nazionale ma l’Italia ha affrontato avversarie non di prima fascia”.
CAMPIONATO – “Vince l’Inter. Conte farà di tutto per spezzare il dominio della Juve ma ha bisogno di rinforzi.
JUVENTUS – “Sarri con le sostituzioni a Ronaldo ha guadagnato mille punti ma sarà dura. In Champions Real-City è una finale anticipata. E non dimentichiamo Liverpool e il Barcellona”.
RAZZISMO – “Daspo a vita e carcere. Serve il coraggio di fare scelte dure”.
FIGLIO – “Christian? Gioca nell’Academy dell’Entella che ha un grande presidente, Gozzi. Christopher ha 9 anni, è forte ma lo lascio tranquillo, rispetto a me però ha già qualcosa in più: non solo fa girare la palla ma segna. L’altro, Lionel, invece adora Messi.”
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