TORINO – Javier Zanetti al Corriere dello Sport: “Avevo giocato appena due anni in prima divisione con il Banfield e non avrei mai immaginato che mi capitasse proprio in quel momento questa grandissima opportunità. Stavo appena iniziando, avevo fatto solo una partita in Nazionale. Quando mi dissero dell’Inter non potevo credere parlassero di me. Io vedevo il calcio italiano dalla tv, e che una squadra come l’Inter mi desse questa possibilità per me significava cambiare completamente vita, soprattutto passare da un quartiere umile e piccolo a una città imponente come Milano. Fino a quel momento avevo preso l’aereo una volta sola… Non nascondo che avevo delle incertezze per la mia età, avevo delle paure perché non sapevo se fossi pronto per questa grande sfida, ero molto giovane. Ma questa storia bellissima dura da 22 anni. E non è finita. Bielsa in Nazionale e Simoni in Italia. Mi sono trovato bene anche con Cuper. Mourinho è stato importante, al di là di quello che abbiamo vinto, perché ho trovato una persona diversa da quella che si vede in tv. Oltre alla preparazione, l’intelligenza che a professionalmente, seppe creare un gruppo di grandi uomini. La parte umana è fondamentale nel calcio. L’Inter per me è una grande famiglia. Massimo Moratti è stato come un padre in Italia. Lo ringrazierò per tutta la vita perché mi ha aperto le porte in un Paese sconosciuto per me. Loro si sono fidati di me e ho percepito che i miei valori andavano d’accordo con i valori di questa società. Ho una grande amicizia con Cordoba e Zamorano. Roberto Baggio e Cambiasso, poi, sono tra quelli più intelligenti calcisticamente che ho avuto al mio fianco. Il Cuchu in futuro sarà un grande allenatore, lo era già in campo. Per fare l’allenatore uno se lo deve sentire, a me invece piace lavorare dietro le quinte. Ho un ruolo importante in una società all’avanguardia come l’Inter anche nel sociale, dove a me piace operare. Stiamo dimostrando una grandissima continuità. In ottica scudetto ci sono squadre più attrezzate, ma per merito di Spalletti e di tutti gli altri ragazzi, oggi c’è un grandissimo entusiasmo. Vincere è sempre molto difficile, ma io credo che la cosa più importante per noi è che stiamo dimostrando di poter essere protagonisti. Oggi l’obiettivo primario è tornare in Champions League, perché la Champions è una vetrina importante e ti fa crescere come club. Si doveva ricominciare a costruire dopo un calo fisiologico al termine di un ciclo vincente e non è mai facile. Inoltre, abbiamo cambiato anche proprietà. Penso che quest’anno abbiamo iniziato a mettere le basi per poter programmare un futuro che ci permetterà di tornare a essere competitivi, il ruolo nel quale quest’Inter sempre deve essere. Ci vuole la squadra, però altrettanto importante è chi lavora fuori dal campo. Insieme ai tifosi dobbiamo essere tutti allenati e allineati per poter riportare l’Inter dove merita di stare”.
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