TORINO – Allegri ritorna ad una formazione priva di invenzioni particolari, con il solo Sturaro terzino destro tra le anomalie rispetto all’abitudine. Juventus e Sporting partono senza scoprirsi troppo nei primi 10′. Allo scoccare dell’undicesimo un’imbucata, molto simile a quelle già viste da Luis Alberto, fa di nuovo male alla Juve. Una debolezza contro il gioco tra le linee, che sta purtroppo diventando una costante. Gelson Martins si ritrova solo contro Buffon, ma non mostra grandi doti di finalizzazione, sparando addosso al capitano bianconero, che non viene però aiutato dalla sorte: il pallone rimpalla sullo stinco di Alex Sandro e rotola beffardo in rete.
L’atteggiamento della Juventus cambia subito, la reazione non si fa attendere: prima Higuain e poi Khedira impegnano Rui Patricio, senza però riuscire a trafiggerlo. Al ventinovesimo minuto l’ingenuità di Battaglia produce un calcio di punizione, da battere in un punto decisamente particolare. Un punto da cui Miralem Pjanic è praticamente infallibile. Il bosniaco infatti non fallisce: fa girare il pallone sopra la barriera e sigla il gol dell’1-1, Rui Patricio non si muove nemmeno. Si era parlato molto di Pjanic in questi giorni, come colui che dovrebbe riportare lucidità a questa squadra per trascinarla fuori dal tunnel, un primo passo potrebbe già essere questo.
Gli attaccanti bianconeri continuano a girare intorno alla preda come degli squali, le pinne alte ma troppo spesso l’indecisione nell’andarla ad azzannare.
Alla ripresa delle ostilità Benatia non riesce a continuare, sostituito subito da Andrea Barzagli. Lo Sporting prova a non farsi schiacciare andando avanti col palleggio, la Juventus è leggermente più cauta, ma accusa lo stesso problema del primo tempo. Le idee tendono a non essere chiarissime, e le azioni troppo manovrate, a volte addirittura inconcludenti. A mezz’ora dal termine uno strappo di Alex Sandro costringe Higuain ad allargarsi a destra e rimettere in mezzo per Mandzukic, che per questione di millimetri viene anticipato e non riesce ad impattare il pallone. Un Higuain molto mobile, forse troppo fuori dall’area di rigore, torna sempre indietro a cercare il pallone, non si vedono molte verticalizzazioni per lui. Ai portoghesi il risultato di parità potrebbe anche andare bene, ma non perdono occasione per provare ad ottenere di più. Dall’atteggiamento dei bianconeri invece, non traspare la cattiveria di chi ha bisogno di vincere ad ogni costo.
Con 20′ rimasti sul cronometro, la squadra di Jorge Jesus si distende e palleggia per diversi minuti intorno all’area bianconera. Il pallone fatica sempre ad arrivare in area di rigore, lo Sporting prova ad addormentare il ritmo e la Juventus non trova più occasioni limpide.
Sturaro non ne ha più, Allegri lo sostituisce con Douglas Costa, arretrando quindi Cuadrado. Il brasiliano non perde tempo, con il primo pallone toccato va via sull’out di sinistra e trova, con un cross perfetto, la testa di Mario Mandzukic, che infila Rui Patricio e porta in vantaggio la Juventus.
Doumbia non arriva sulla palla del pareggio, e poco dopo, nel recupero, Higuain passa tra le maglie della difesa lusitana e spara, Rui Patricio si impegna e nega al ‘Pipita’ un gol che avrebbe meritato.
Senza aver incantato, e con un piglio diverso da quello che ci si aspettava, la Juve riprende dimestichezza con la vittoria. Al di là di ogni discussione, questa era la partita da vincere, per non trasformare un momento negativo in una crisi nera.