di MARCO BONGIANNI
TORINO – Dopo la vittoria in Champions League per 3-0 contro la Dinamo Kiev, la Juventus è già tornata al lavoro per preparare un’altra sfida molto importante: il prossimo fine settimana, infatti, i bianconeri affronteranno nel Derby della Mole il Toro. Della stracittadina torinese e dell’inizio di stagione da parte della Juve ne ha parlato anche Igor Protti, ex attaccante di Livorno, Bari, Lazio e Napoli, che ha rilasciato delle dichiarazioni alla nostra redazione, soffermandosi anche sulla sua esperienza in Serie A.
Tanti volti nuovi e diversi giovani: come hai visto questo avvio di stagione da parte della Juve? Secondo te può puntare al titolo in tutte e tre le competizioni?
“Per la Juventus questo è un anno veramente particolare: sono state fatte delle scelte importanti e coraggiose. Sono sicuro del fatto che quando si cambia rotta in questo modo ci possono essere inizialmente delle difficoltà; credo che questo una società importante e vincente come la Juve lo abbia messo in preventivo. Il campionato, probabilmente mai come quest’anno, è equilibrato e sarà equilibrato fino alla fine. Il tempo, in teoria, dovrebbe giocare a favore della Juventus, nel senso che se è vero che quando si cambia ci vuole un po’ più di tempo, è altrettanto vero che con il tempo che passa le idee che ci sono devono solo essere messe in campo e aspettare che migliorino. Parliamo sempre della Juventus e, per nome, non si può pensare che partecipi a campionato, Coppa Italia e Champions League senza possibilità di vincere. Quindi, la squadra ce la può fare, anche se sta incontrando oggettivamente delle difficoltà“.
La prossima giornata di campionato la Juventus affronterà il Derby contro il Toro: cosa ti aspetti da questa partita?
“Sì è una partita molto importante, che si giocherà sabato a pochi giorni dalla partita di Champions della Juve. Il derby di Torino non è certo come quello di Roma ed è molto più sentito dai tifosi del Toro, ma è comunque una partita in cui tutti vogliono cercare di fare bella figura e vincere. Il Torino è in un momento di non grandissimo splendore e si trova in una posizione di classifica che, sinceramente ad inizio stagione nessuno si aspettava. Quindi, è una partita tra due squadre che devono dimostrare di aver fatto dei passi in avanti. Comunque è sempre bello vedere un derby“.
Contro la Juventus hai giocato la tua ultima partita e segnato il tuo ultimo gol in Serie A: che ricordi hai di quel match?
“Intanto devo dire che la Juventus è una squadra che mi portava abbastanza fortuna: ho segnato 6 gol contro la Juve e in tutte le squadre di Serie in cui ho giocato ho segnato. Ho fatto 3 gol con il Bari, uno con la Lazio, uno con il Napoli e uno con il Livorno. L’ultima partita chiaramente è stata per me una partita emotivamente molto coinvolgente; sono riuscito a segnare il gol del 2-1 e poi sono uscito. Il ricordo che ho è dei calciatori della Juventus in campo e di tutta la loro panchina in piedi che, mentre uscivo, mi applaudiva. C’era anche Ciro Ferrara che è un amico e che ha smesso quell’anno anche lui, anche se ha fatto l’ultima partita la domenica successiva a Torino. Scherzando, all’inizio della partita quando ci siamo incontrati nel tunnel, mi ha detto: ‘Quest’anno smettono tutti i più forti‘ (ride, ndr). Quella è stata una giornata veramente indimenticabile, molto molto bella dal punto di vista emotivo e poi con una doppia sensazione: ovviamente il dispiacere di sapere che da quel momento in poi non avrei più fatto una partita da professionista, l’altra però la consapevolezza di essere arrivato a 38 anni e aver dato tutto quello che potevo e aver ricevuto tantissimo dal calcio. Quindi, avevo la serenità di chi decideva da solo di smettere e non che doveva smettere perché qualcuno glielo aveva detto o per altri motivi; questo credo che sia una gran bella fortuna”.
Hai giocato una stagione a Napoli, che in questi giorni sta piangendo la scomparsa del grande Diego Armando Maradona. Hai qualche ricordo legato al Pibe de Oro?
“Io ho giocato contro di lui nel 1987, in una partita di Coppa Italia. Ero lì con il Livorno che era in Serie C e giocammo contro il Napoli in casa: era il Napoli della “MaGiCa“, Maradona-Giordano-Careca e l’anno prima Diego aveva vinto i Mondiali con l’Argentina, sappiamo bene come. Si dice che li abbia vinti da solo, ma chiaramente nel calcio da soli non si fa mai niente; veramente, però, credo che mai come in quel Mondiale un calciatore abbia inciso sulla vittoria della sua Nazionale, che non era una delle squadre abituate a vincere. L’anno dopo, noi lo incontrammo in Coppa Italia e ho un ricordo molto simpatico. Eravamo nel tunnel prima di entrare in campo ed eravamo tuti schierati, il Napoli da una parte e noi da un’altra: nel frattempo passavano i componenti delle due panchine in mezzo per andare in campo e passò anche il nostro allenatore in seconda che si chiamava Rossano Giampaglia, un livornese ed ex calciatore con la tipica ironia e goliardia dei livornesi. Arrivò in cima e, all’altezza di Diego, gli ha messo messo la mano dietro la testa, lo ha guardato e gli ha detto: ‘Bravo, giochi benino‘. Diego si è messo a ridere e lo ha abbracciato. Oltre ad un calciatore straordinario, era un ragazzo con una grandissima sensibilità che gli ha permesso di fare in campo delle cose veramente incredibili, mentre purtroppo nella vita è andata a finire come è andata. Maradona è stato il calciatore più forte in assoluto che si sia visto e adesso è difficile fare previsioni. Ma se devo pensare di rivedere un giocatore come lui sinceramente la vedo molto molto difficile. Noi possiamo dire qualunque cosa e fare qualsiasi considerazione, ma credo che nulla parli meglio di quanto è successo a Napoli e Buenos Aires: quelle immagini lì raccontano più di tutte le cose che noi possiamo dire o scrivere”.
Infine, l’ultima domanda per salutarti e ringraziarti: quale momento o gol della tua esperienza da calciatore è quello a cui sei più legato?
Quando mi viene chiesto di scegliere un momento o un gol è sempre difficile. Io ho fatto 21 anni da professionista e in Serie A non ho fatto tantissimi anni, ma un po’ gli ho fatti. Quindi quando devo scegliere fra tanti, per fortuna, ho difficoltà. Diciamo che ne ho uno per ogni squadra in cui ho giocato. In Serie A, quello a cui sono più legato, nonostante io abbia segnato a tutte le squadre più importanti eccetto il Milan, è il secondo gol segnato contro la Cremonese a Bari, dove abbiamo vinto 2-1, perché rappresenta molto il mio modo di essere e il mio modo di giocare, ossia entrando in campo con la voglia di lottare fino all’ultimo senza arrendermi e dando fino all’ultima goccia di sudore. Ovviamente, il gol segnato con la Lazio nel derby contro la Roma al 92′. Il gol del 2-2 segnato con il Napoli a Torino contro la Juve, anche quello nei minuti di recupero. Poi, il gol dell’ultima partita con il Livorno, sempre contro la Juventus in casa nel 2005. Infine, c’è anche un altro gol a cui sono molto legato: una rete segnata con la maglia del Messina a Reggio Calabria contro la Reggina nel ’90”. E intanto, parlando di mercato, ci sono 11 nomi nei sogni di Pirlo per una formazione totalmente nuova, ecco come sarebbe!>>> LEGGI SUBITO LA NOTIZIA
Ringraziamo vivamente Igor Protti per la sua disponibilità e per le bellissime storie che ci ha regalato.
L'assenza di Vlahovic ha messo in risalto una grave mancanza nella rosa della Juve: il…
La Juve è in prima linea nella battaglia contro la violenza sulle donne: la Vecchia…
Le parole delle giocatrici della Juve Women Bonansea e Schatzer al termine del match di…
La UEFA ha designato l'arbitro della sfida di Champions League tra Aston Villa e Juve:…
Criscitiello ha parlato della partita tra Milan e Juventus in Serie A: per il giornalista,…
La Juve Women torna al successo in campionato contro il Como: di seguito le parole…