Prandelli: "Il segreto è la società, la Juve è 10 anni avanti a tutte"

ESCLUSIVA – Prandelli: “Il segreto è la società, la Juve è 10 anni avanti a tutte”

Prandelli
Intervenuto ai microfoni di Cittaceleste TV questo pomeriggio, l'ex commissario tecnico della nazionale Cesare Prandelli ha parlato della Juve

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TORINO – Intervenuto ai microfoni di Cittaceleste TV questo pomeriggio, l’ex commissario tecnico della nazionale Cesare Prandelli ha parlato della Juve: “I bianconeri in più rispetto alle altre hanno il senso d’appartenenza per la maglia, si pensa solamente all’obiettivo finale e non si pensa ai premi individuali. Le grandi società sono presenti, ti possono stimolare ed aiutare a crescere, dandoti il coraggio di diventare un campione. I dirigenti poi sono sempre presenti, quelli che sono capaci a dire di no ai giocatori, perché un dirigente non deve essere amico dei calciatori. Tutto questo permette all’allenatore di fare solo l’allenatore, i giocatori cercano la vittoria e aumenta la fame. Vincere è come una droga, più si vince più si dipende dalla vittoria. Buffon dopo Sassuolo lo ha dimostrato, nel momento in cui un campione del genere fa queste dichiarazioni trascina tutta la squadra. Allegri è stato bravo a trovare la strada giusta, anche se c’è da dire che solo il Napoli ha veramente battagliato con i bianconeri, visto che sono mancate le milanesi oltre alla Roma. La domanda vera è chi sarà in grado di tenere testa a questa Juve. Sarà sicuramente complicato sostituire dei campioni come i difensori bianconeri, ma la programmazione della Juve, che spesso va contro i tifosi come successo con Del Piero, va avanti per la sua strada ed è giusto che sia così. Chi capisce prima dove stanno le potenzialità dei giovani è avanti 10 anni rispetto alle altre, questo è il caso di Rugani.”

SULLE PAROLE DI GALEONE – “E’ stato un grande allenatore ed ha avuto la capacità di presentare un calcio molto innovativo, forse è stato troppo avanti. In questo momento sarebbe un top allenatore in Italia, purtroppo ha avuto sempre a che fare con squadre per certi versi piccole, non ha mai allenato una big. Purtroppo non sono d’accordo con l’etichettare due allenatore tramite un solo aggettivo, entrambi hanno vinto tanto e quindi meritano il massimo rispetto.”

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