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L’episodio della Mens Sana Siena, nota squadra di basket dell’omonima città, che si è vista revocare due scudetti vinti sul campo nel 2012 e nel 2013, sta facendo rumore anche nel calcio, visto che ha risvegliato le polemiche mai sopite, mai veramente sotterrate, del caso Calciopoli: Tuttosport infatti recrimina proprio per il fatto che anche in questo caso, come in tutti gli altri precedenti, la revoca di un titolo non ha portato ad una riassegnazione, ma è stato semplicemente tolto e basta. Un procedimento che non è stato eseguito in un unico caso, nel 2006, quando fu l’Inter a vedersi accreditare il tricolore…
Ecco l’accusa di Tuttosport: “L’allora commissario della Figc, Guido Rossi, decise in modo piuttosto anomalo di assegnare all’Inter (società di cui era stato consigliere d’amministrazione) il titolo revocato alla Juventus in seguito alle sentenze sportive di Calciopoli. Un’assegnazione rivelatasi avventata se si tiene conto dei fatti emersi nel successivo processo penale e che contrastavano con le condizioni poste dai tre saggi consultati da Rossi per la riassegnazione, Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesi. Al di là dell’iter anomalo utilizzato da Guido Rossi, resta il fatto che in quel famoso “parere” chiesto dalla Figc si leggeva che, se proprio la Figc non fosse riuscita a fare a meno di riconsegnare a qualcuno lo scudetto revocato alla Juventus, avrebbe dovuto avere certezze solidissime sull’illibatezza del club che ne beneficiava. Scrivevano i tre saggi – «Tuttavia, nell’ipotesi da ultimo indicata, la FIGC ha certamente il potere discrezionale di deliberare la non assegnazione del titolo di campione d Italia alla squadra divenuta prima in classifica a seguito della penalizzazione della squadra o delle squadre che la precedevano se, alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva (ad es. quando ci si renda conto, ancorché senza prove certe, che le irregolarità sono state di numero e portata tali da falsare l intero campionato, ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi), le circostanze relative al caso di specie rendono opportuna tale non assegnazione»
Qualche anno dopo, lo stesso Gerhard Aigner svelò: «Io non ho mai detto che l’Inter dovesse essere campione d’Italia. La decisione di assegnare lo scudetto è stata di Guido Rossi. Il commissario ha fatto il massimo per tutelare il calcio italiano. Poi, non so se era veramente convinto che l’Inter meritasse il titolo. Noi dovevamo verificare se gli statuti e i regolamenti di Uefa, Figc e Lega davano la possibilità di creare una classifica dopo la penalizzazione di alcune società. Secondo le norme, c’era questa possibilità e ci siamo limitati a dire questo». E ancora: «La struttura del calcio italiano di allora aveva questo pericolo, e cioè che i club e la Lega potessero avere contatti diretti con gli arbitri. Era una struttura sbagliata ma era una situazione generale. Allora non c’erano tutti gli elementi che ci sono oggi. La responsabilità nella creazione di questa struttura, chi più chi meno, era di tutte le società» Intanto clamoroso in serie A: pronta una mega asta per il fenomeno del 2016 – CONTINUA A LEGGERE