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TORINO – La Gazzetta dello Sport, ha pubblicato uno stralcio dell’intervento che Calvo, ex direttore commerciale della Juventus e ora al Barcellona, ha reso nell’inchiesta dei pm di Torino sulla possibile infiltrazione della n’drangheta nella curva bianconera: “Il compromesso è questo: per garantire una partita sicura, cedevo sui biglietti, sapendo bene che facevano business. Ho fatto questo perché ho ritenuto che la mediazione con il tifo organizzato fosse una soluzione buona per tutti. So che si permetteva di comprare biglietti in quantità superiore a quella consentita dalle norme, che è di quattro a persona“.
La rosea sottolinea giustamente che non ci sono dipendenti Juve indagati. Anzi, la società bianconera si dichiara parte lesa. Resta da sciogliere il legame con il personaggio chiave dell’inchiesta, Rocco Dominello, figlio di un boss e tra i 18 arrestati a inizio luglio: “La mia sensazione è che avesse un ruolo di equilibrio, non un ruolo di capo ultrà. Non mi preoccupava sull’ordine pubblico“, ha detto Calvo. Intanto il mercato entra nel vivo >>> CONTINUA A LEGGERE
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