TORINO- Fabrizio Ravanelli, ai microfoni di Rai Sport, ha parlato brevemente del suo periodo juventino, che lo ha visto, tra le altre cose, alzare al cielo di Roma la Champions League: “Arrivai da settimo attaccante, me ne andai da primo. Devo ringraziare Trapattoni e, soprattutto, Boniperti, che chiamò mio padre alle 10 di sera. Lui non credeva che la telefonata fosse reale. Alla Juve ho vissuto momenti fantastici, che mi hanno permesso di maturare come calciatore e come uomo. È stata una famiglia per me, una scuola di vita vera e propria. Fortunato? Andrea era una persona eccezionale. Giocavamo insieme nella Nazionale militare, poi ci siamo ritrovati insieme alla Juve e condividevamo tante serate mangiando torta e bevendo camomilla. Ho cercato di stargli il più possibile vicino durante il periodo della sua malattia. La sua morte è stata una grande perdita dal lato umano”.
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