TORINO – L’ex giocatore della Juventus, Michel Platini, ha parlato della morte di Maradona ai microfoni de Il Giornale: “Non è facile parlare di Diego. È facilissimo ricordarlo ma diventa complicato addentrarsi in tutto quello che lo ha riguardato fuori dal campo di gioco. Dunque preferisco soffermarmi sul campione assoluto, su quello che ho conosciuto, che ho affrontato. Maradona è stato un calciatore immenso, personalmente l’ho scoperto, anzi, lo abbiamo scoperto il 25 giugno del ’79. A Buenos Aires la FIFA volle celebrare il titolo Mondiale dell’Argentina e io venni convocato nella rappresentativa del resto del mondo. (…) Marco Tardelli prese il cartellino rosso per la marcatura su Diego che poi passò sotto i tacchetti del tedesco Kaltz, fu il segnale che oltre allo spirito poco amichevole della partita, Maradona (che aveva 18 anni) aveva tutto per diventare quello che seppe poi diventare. (…) Non posso dire che siamo stati amici, ma nemmeno nemici, almeno da parte mia l’ho sempre rispettato, ho capito le sue origini, la sua voglia di riscattarsi, il suo amore, uguale al mio, per questo gioco fantastico. (…) Non è mai stato veramente aiutato, sia in Argentina, sia a Napoli. Hanno preferito idolatrarlo invece di stargli vicino e così tenerlo distante da certi errori. (…) Diego e io da avversari sul campo, leali, corretti ma, lo ripeto, mai da nemici. Mi resta la tristezza sincera della sua scomparsa”.
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