TORINO – Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus, ha parlato ai microfoni di Agorà su Rai Tre circa temi legati al coronavirus sia nella vita reale che nel mondo del calcio: “Io vivo a Torino, quindi vedo una città che sta cercando di andare avanti come tutto il paese, c’è una percezione del pericolo e una paura diversa rispetto alla prima ondata, e questa percezione sta portando a pensare più alle proprie tasche, più che a questo virus, perché sappiamo che a questa ondata eravamo più preparati, sappiamo però anche che le persone devono andare avanti. La responsabilità c’è sicuramente con mascherine e distanziamenti, ma stiamo per entrare nell’inverno che sarà lungo e quindi le persone cominciano a farsi domande sul proprio futuro. Come il cittadino ha responsabilità di stare a determinate regole, credo che anche il governo abbia responsabilità importanti per salvare tante attività che stanno chiudendo a Torino, ma anche in giro, e forse non riapriranno più. Gli aiuti? Sicuramente non bastano. Noi abbiamo creato una catena per dare una mano ai ristoratori. E’ molto difficile. Per quanto riguarda il mio ristorante c’è stato un momento in cui chiudere forse era meglio che andare avanti. Piemonte zona arancione? Bisogna fare molta attenzione, anche l’estate ci ha insegnato quello che può succedere. Ora già si parla di Natale, i cenoni, bisogna fare attenzione anche perché l’influenza arriverà a gennaio e bisognerà fare molta attenzione, però delle restrizioni bisognerà mantenerle. Nazionali? Nel calcio stiamo cercando di andare avanti, anche per dare alle persone uno sfogo, almeno possono vedere le partite, però bisogna fare sempre molta attenzione perché il pericolo è sempre dietro l’angolo. Il campionato deve andare avanti? Come nella vita normale, bisogna fare attenzione ci sono responsabilità, le società di calcio più importanti hanno sicuramente strutture adeguate per poterlo fare, per le serie minori è più difficile. Io mi auguro che il campionato possa andare avanti anche per tutto l’indotto che c’è intorno, sappiamo che è una delle industrie più importanti del nostro paese. Nello stesso tempo alcune amichevoli della nazionale si potevano evitare perché dobbiamo pensare a tutti i genitori che viaggiano con gli aerei in giro per il mondo. A me fa più impressione quello che ci lascerà il Covid nella testa, a livello psicologico. Il Covid ci sta portando a distanziarci, ora è molto importante per una questione di sicurezza. ma ci sta distanziando sul sociale e lo stiamo vedendo soprattutto con i ragazzi e bambini che non possono allenarsi o andare a scuola. Abbiamo bisogno del contatto, e vedo anche tanto odio. A livello politico io credo che sia stato un anno molto difficile, è normale che ci sono cose che non vanno bene e potevano andare meglio, ma mi metto anche nei loro panni, di chi doveva prendere delle scelte in un periodo così difficile. Bisogna anche cercare di accettare determinati sbagli anche se mi rendo conto che è difficile. Io sindaco di Torino? Non è vero che mi è stato proposto e non mi interessa”.
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