C’è un monito che dovrebbe guidare tutto l’ambiente mediatico in questo momento: nessuna fretta. Vale per chi scrive di calcio, per chi fa informazione, per chi il calcio lo fa e per chi lo gioca. Questo per dire che la priorità di Nicolò Fagioli, in questo momento, è una sola ed inderogabile: risolvere i suoi problemi con la ludopatia. La premessa, doverosa, consente di fare un passo in avanti e capire le tempistiche della squalifica che verrà presto inoltrata al calciatore bianconero. L’atto di notifica, infatti, ancora non sarebbe stato pervenuto dalla Juventus e solamente da quel momento potranno scattare i 7 mesi di squalifica che il giudice sportivo ha deciso, al netto del patteggiamento, per il giocatore.
Quando torna in campo Fagioli
E allora quando torna in campo Fagioli? I 7 mesi inizieranno a decorrere dal momento della notifica e, come detto, ancora non è stata recapitata. Dipenderà da questo. Se il passaggio formale dovesse concretizzarsi nelle prossime ore – come è auspicabile – la Juventus diramerà un comunicato ufficiale ed il giocatore sarà ufficialmente in stato di squalifica. Presumendo che tutto avverrà in poche ore, dunque, Fagioli sconterebbe la squalifica nel mese di maggio e potrebbe tornare a disposizione di Allegri per le ultime due partite di campionato che la Juve disputerà sul campo del Bologna ed in casa contro il Monza.
Ripetiamolo: nessuna fretta
Ma ripetiamolo, dai, nessuna fretta. Indipendentemente dal corso della legge, infatti, molto dipenderà anche dallo stato d’animo del giocatore e da come procederà il suo percorso per guarire dall’ossessione dal gioco. Nessuna sorpresa, quindi, se si dovesse aspettare qualche mese in più o scavallare nella stagione che verrà. C’è un dramma umano in essere prima che calcistico e le parole di Fagioli – riportato sull’edizione odierna di Repubblica – lo dimostrano inconfutabilmente: “Ero talmente stressato e impaurito che durante Sassuolo-Juventus feci un errore e fui sostituito. Appena uscito dal campo mi misi a piangere di fronte alle telecamere pensando ai debiti delle scommesse”.