TORINO – Nato il 24 settembre 1943, Giovanni Sacco ci ha lasciato oggi, all’età di 77 anni. La Juventus ricorda con grande affetto un ragazzo cresciuto nel suo vivaio e poi affermatosi in prima squadra negli anni ’60.
Sacco 67 68L’ESORDIENTE
Nel mensile bianconero Giovanni Sacco viene raccontato dal primo numero del 1963, quando Hurrà Juventus torna in edicola dopo decenni di stop alle pubblicazioni. Il ragazzo ha 19 anni e lo si presenta nella rubrica Assi e speranze del vivaio bianconero, scrivendo che «appartiene alla categoria dei giovani giocatori di talento, ai quali ben poco rimane da insegnare in fatto di calcio». Aggiungendo come nella stagione in corso abbia già fatto il suo esordio in prima squadra in un Palermo-Juventus (e a fine campionato saranno 16 le presenze collezionate). Il ritratto tecnico lo descrive come un «palleggiatore finissimo», che possiede anche «una eccellente visione del gioco e anche in fatto di tiro (potenza e precisione accoppiate non è secondo a nessuno».
IL RAGAZZO DI CAMPAGNA
In non pochi pezzi di Hurrà Juventus, l’interesse verso Sacco va oltre il terreno di gioco. Di lui, nato a San Damiano d’Asti in una famiglia contadina, incuriosisce molto l’essere un «ragazzo di campagna», a maggior ragione in un’Italia estremamente trasformata dal miracolo economico e dal conseguente spostamento di moltissime persone nelle metropoli. «Ma è possibile che Giovanni Sacco, la più bella realtà della Juventus ’62- ’63, un giocatore ormai più campione che campioncino, viva qui, tra i campi, alla maniera antica e semplice?», si domanda retoricamente il giornale andando a presentare casa sua ai lettori. E a tanto stupore, lui risponde con candore: «Sono nato qui, sono cresciuto qui. In nessun altro posto mi ci trovo tanto bene».
L’ESTETA
Il suo identikit tecnico si precisa meglio nel corso del tempo, mantenendosi coerente con l’attestato di qualità che Hurrà gli dona inquadrandolo come «un esteta a centrocampo» (con foto di famiglia annessa). Forse persino troppo raffinato per affermarsi compiutamente nella Juve di Heriberto Herrera, che privilegia chi mette in campo doti più agonistiche. Quanto al ruolo, nel 1966 lui si descrive come un elemento utilizzabile un po’ ovunque: «Nei ragazzi della Juventus giocavo mezzala, in seguito ho girovagato ora all’ala, ora a mediano, ho giocato persino da centromediano e anche da terzino».
CAMPIONE D’ITALIA
Complessivamente, sono sei le stagioni vissute in prima squadra da Giovanni Sacco, dal 1962 al 1969, con una breve interruzione a metà del percorso quando viene mandato in prestito alla Lazio per un anno. Il numero totale delle presenze è 102, i gol sono un paio, equamente divisi tra campionato (contro il Varese) e Coppa dei Campioni (nella gara in Germania con l’Eintracht Braunschweig). Nell’anno più importante, il 1966-67 con la vittoria del tredicesimo scudetto, Sacco non è un titolare, ma fornisce comunque il suo contributo per arrivare alla conquista del titolo avvenuta con un’esaltante rimonta. >>> E intanto, parlando di mercato, ci sono 11 nomi nei sogni di Pirlo per una formazione totalmente nuova, ecco come sarebbe! <<<