TORINO – La stagione 2020-21 della Juventus l’ha inaugurata Kulusevski con il gol alla Sampdoria. In questa partita Dejan ha esordito con la maglia bianconera, impiegando 13 minuti ad andare in gol. Lo svedese è l’ultimo esponente di una tradizione di campioni che non hanno perso tempo per mostrare il loro valore.
DEJAN, ZLATAN E GLI ALTRI ESORDIENTI
«Sarà la prima partita e non vedo l’ora di giocare»: due giorni prima di Juventus-Sampdoria, Kulusevski si è presentato in conferenza determinato e voglioso di scendere in campo. Anche il suo grande estimatore Zlatan Ibrahimovic è andato in rete nella giornata inaugurale di campionato. E negli anni più recenti, la coppia argentina formata da Carlos Tevez e Paulo Dybala ha segnato nella finale di Supercoppa che ha aperto la stagione. Ma è negli anni ’90 che si sono visti gli esordi più significativi, gli annunci più squillanti.
COMUNQUE BAGGIO
L’estate del 1990 di Roberto Baggio è a dir poco incandescente, per usare un eufemismo. Il tormentato passaggio da Firenze a Torino; Italia ’90 con il gol capolavoro alla Cecoslovacchia e la delusione per la mancata finale; l’attesa spasmodica per la nuova Juve guidata da Maifredi. La sera del debutto è da shock (altro eufemismo), con la sconfitta per 5-1 a Napoli in Supercoppa. Eppure, anche in quei 90 minuti difficilissimi, il 10 bianconero inventa una punizione capolavoro, la prima di una lunga serie, il primo dei 115 gol che farà in 5 anni.
LA PUNTUALITA’ DI JUGOVIC
Dejan Kulusevski ci mette 13 minuti a trovare la via del gol, Vladimir Jugovic giusto 4 in più. Il centrocampista serbo arriva a Torino dopo 3 anni trascorsi alla Sampdoria, con un bagaglio di conoscenze più che sufficiente per affermarsi immediatamente. La prima rete in bianconero rientra perfettamente nelle caratteristiche che lo rendono un giocatore dagli inserimenti perfetti: tacco di Ravanelli, ingresso in area e tiro imparabile. Applausi a scena aperta e ancora non si conosce la sua freddezza dal dischetto…
IL TEMPO DI BOBO VIERI
Figlio d’arte, anche Christian suscita grande curiosità alla sua prima apparizione. A differenza del padre Bob, che va in gol alla quarta gara, Bobo mette la sua firma in Fidelis Andria-Juventus di Coppa Italia scaricando un sinistro terrificante su assist di Boksic. E che la combinazione non sia un caso, lo si vede nella gara successiva, Reggiana-Juventus, dove i due ripetono la scena. Unica differenza, il minuto della rete: sesto in Puglia, settimo in Emilia, Vieri non è evidentemente uno che perde tempo.
LA PRESENTAZIONE DI INZAGHI
Quando Vieri va via dalla Juve (e dall’Italia) a sostituirlo c’è Filippo Inzaghi. Anche lui è un campione annunciato, come certifica il titolo di capocannoniere della Serie A conquistato con l’Atalanta. Sono 24 le reti siglate a Bergamo. E che il ragazzo voglia approfondire il discorso anche a Torino lo si capisce immediatamente: doppietta nella finale di Supercoppa al Vicenza, gol alla prima di campionato al Lecce. Il Delle Alpi impara a conoscere immediatamente le sue esultanze scatenate.