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L’ex calciatore e portiere ella Juventus e della Nazionale Italiana Dino Zoff, ha parlato intervistato dai microfoni de Il Messaggero, ai quali ha parlato del calcio e della sua vita dopo aver appeso gli scarpini al chiodo: “Fare il calciatore non rientrava nei principi di famiglia, ma poi ho seguito la mia strada e ho cercato di dare il meglio di me stesso. Tenere i piedi a terra è stato fondamentale. Una volta cercai di giustificare un gol che avevo preso affermando “non mi aspettavo il tiro”. Mio padre mi disse “fai il portiere, mica il farmacista”. Quando si festeggiava qualcosa e si usciva dalla discoteca all’alba, mi vergognavo guardando la gente che andava a lavorare”.
“Le dimissioni da CT? Le frasi di Berlusconi dopo la finale europea persa con la Francia andarono oltre i confini della critica. Non potevo continuare a essere il ct della nazionale. Quelle dimissioni, in un paese in cui nessuno si fa da parte, furono un gesto rivoluzionario. Ora seguo la serie A, la Premier, l’atletica leggera, il rugby. La palla ovale è la disciplina più allineata al mio concetto di fair play. Nel calcio non ci siamo. In Italia al primo contatto, tutti per terra. Gli arbitri fischiano e le gare sono spezzettate. Il Var ha peggiorato la situazione, dimenticando che il football è uno sport di contatto. In Inghilterra è diverso. I giocatori restano di più in piedi e la partita procede spedita. Attenzione però, io non sono contro il Var, ma ritengo che andrebbe usato nei casi eclatanti come il fuorigioco o negli episodi non chiari in area. Una soluzione per bilanciare la situazione potrebbe essere quella del tempo effettivo”.
“Donnarumma e Meret sono attualmente i migliori portieri italiani. Ecco, anche qui ho una cosa da dire: a forza di parlare di portieri bravi con i piedi si rischia di dimenticare l’abc del mestiere, ovvero le mani. Che cosa me ne faccio di un portiere che non sa parare?”