Sulle qualità del talento dell’Udinese ha aggiunto: “Sono tante. Al primo posto metto il dribbling: quando ti punta palla al piede, è dura fermarlo. Poi il primo tocco di palla, in cui intuisce subito la lettura del gioco e poi come calcia in porta. Sa farlo molto bene, da tutte le posizioni e con entrambi i piedi. Gli manca solo un po’ di esperienza e malizia, ma quelle arrivano col tempo. Nel corso delle prossime stagioni le acquisirà sicuramente, visto che ha solo 21 anni”.
“Si allena sempre nel modo giusto e spinge al massimo – ha continuato -. Poi quando lo vedi fare certe giocate, resti a bocca aperta… Lazar ha anche la testa del grande giocatore, non solo i piedi. È professionale e cattivo, ma nel senso giusto del termine, ovvero affamato nel migliorarsi per fare sempre meglio. Caratterialmente è un ragazzo semplice, uno di quelli che sta bene con tutti. Lo trovi allegro, sempre sorridente e felice. Samardzic, inoltre, è davvero simpatico: con lui si ride e si scherza. Attenzione: è anche molto disciplinato, quando bisogna lavorare e allenarsi. Sul campo ha grande rispetto dei giocatori più vecchi: ci ascoltava e chiedeva spesso dei consigli”.