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Denis Zakaria ha parlato in un’intervista ai microfoni di DAZN. Inevitabile parlare del Derby d’Italia: “Non c’è bisogno che mi si spieghi l’importanza di Juve-Inter. So che è una grande partita del calcio italiano, sappiamo che è importante per noi e per i nostri tifosi. Faremo di tutto per vincere“. Alla Juve si è presentato bene: “L’esordio con gol contro il Verona stata una serata perfetta. Sono venuto qui per dimostrare ciò di cui sono capace per aiutare la squadra. Quel gol mi ha aiutato a presentarmi a tutti. Ma non mi rilasso, ho ancora molto da fare, da affrontare partita dopo partita“.
Sul tema del razzismo: “Non ne sono stato ancora vittima, grazie a Dio. Spero di poter dire lo stesso ancora a lungo perché il razzismo non ha motivo di esistere, sia sul campo sia fuori. Purtroppo invece c’è, è nella società e si manifesta“. Su un giocatore che può essere paragonato a lui: “Mah… nessuno! Ovviamente è bello essere associati a dei grandi giocatori, ma come ho sempre detto io sono Denis Zakaria, ho il mio gioco e il mio stile, con il grande rispetto che ho per questi grandi giocatori. Sono un giocatore con caratteristiche speciali, non penso di essere “un Pogba” o “un Vieira”, sì ci sono delle cose simili tra me e loro, ma io resto Denis Zakaria“. Lo svizzero è uno coi piedi per terra: “Penso che sia merito di chi mi sta intorno, della mia famiglia, dei miei amici. Sono circondato da belle persone, che mi hanno trasmesso dei valori sani. Devo questo a loro“.
Sul senso di appartenenza al suo Paese: “Sono nato e cresciuto in Svizzera, in Africa ci andavo solo per le vacanze. Essere svizzero vuol dire tanto per me, sento i valori della Svizzera, è il Paese che mi ha dato tutto e cerco di ricambiare“. Sul servizio militare: “È un’esperienza speciale, che mi ha aiutato molto, ero nel reggimento degli atleti, ho lavorato tanto anche con il preparatore della Nazionale svizzera Olivier Riedwyl. Mi ha aiutato moltissimo a crescere, fisicamente e non solo, una tappa della mia vita molto importante“. Dalla Bundesliga alla Serie A, ha raccontato il confronto: “Devo ancora giocare un po’ di partite in più, visto anche l’infortunio, posso però già dire che qui si cura molto più la tattica, si è molto più disciplinati anche a livello difensivo, e che ho la sensazione che i giovani ci mettano più impegno, più voglia, cosa che mi piace molto e che è molto positiva“. Sull’adattamento alla Serie A: “É complicato da dire, sono un giocatore polivalente, mi adatto abbastanza bene allo stile di gioco del momento, ho fatto bene in Germania, penso che in Italia possa andare pure bene“.