Alessandro Vogliacco, ex calciatore della Juventus, ha detto la sua a La Repubblica. Ecco le sue parole: “Personalmente mi piacciono De Ligt e Sergio Ramos. Sono giocatori completi, difendono e attaccano. E quando ero nella Primavera alla Juve c’era la BBC: Barzagli, Bonucci e Chiellini. Un muro insuperabile, tre modi diversi di interpretare il ruolo del difensore. Il massimo per un giovane che aveva voglia di imparare. Se io ricordo Cannavaro? Non bestemmiamo, lui ha fatto la storia del calcio. Un monumento come lo sono stati Maldini, Sergio Ramos e Chiellini. Noi giovani dobbiamo studiare nel dettaglio al microscopio questi grandi campioni.
Allenatori? Sicuramente Loseto a Bari. Era stato un buon difensore, ma soprattutto mi ha trasmesso solidi valori extra calcistici. Mi ha fatto capire quanto sia importante il senso di appartenenza, quanto occorra essere attaccati alla maglia per la quale si gioca. E mi ha insegnato che in campo bisogna essere dei leader e non si deve aver paura di prendersi delle responsabilità. Un altro allenatore fondamentale è stato Grosso alla Juve, è grazie a lui che ho pulito il mio gioco e ho imparato ad uscire da dietro palla al piede.
Arrivo alla serie A dopo una lunga ricorsa? Inizio nel settore giovanile del Bari, a 15 anni mi vuole Bruno Conti alla Roma. Faccio un anno, ma poi le società non si mettono d’accordo per il riscatto. E così il Bari mi cede alla Juventus. Perchè all’inizio non ho giocato? Ci sta, ha un tipo di calcio che ci azzecca poco con le mie caratteristiche. A gennaio passo al Pordenone e vinciamo il campionato di C. In B facciamo quarti e l’anno successivo ancora ci salviamo in scioltezza. Vengo acquistato dal Genoa, che però preferisce lasciarmi un anno in prestito al Benevento”.