Il centrocampista del PSG e della Nazionale Italiana Marco Verratti ha palato intervistato dai microfoni di Sport Week, ai quali ha parlato della sua carriera in Francia e della Nazionale.
Dieci anni dopo, lei, un italiano, è il più vincente della storia del calcio francese. Che effetto fa?
“È un po’ strano, soprattutto perché sono dovuto venire qui in Francia per realizzare il mio grande sogno. Non me lo sarei mai aspettato di vincere tanti trofei, ma il Psg ha fatto un lavoro incredibile per costruire una squadra vincente che ogni anno prova a vincere tutto. E col club sono cresciuto anch’io, da calciatore e come persona”.
Vuole chiedere la nazionalità, che la farebbe diventare il primo azzurro a diventare francese?
“Sono arrivato da un paesello abruzzese come Manoppello a una capitale come Parigi, dove sei immerso in tante culture, in un’età in cui ci si forgia il carattere, la personalità. Parigi è una città fantastica e questo Paese mi ha dato molto. Anche per questo mi sento molto francese, pur restando italiano. Un giorno chiederò la nazionalità, visto che anche i miei figli sono nati qua”.
Com’è l’Italia vista da fuori?
“Da calciatore, apprezzo il fatto che mi si lasci tranquillo, una volta fuori dal campo. All’inizio avevo l’impressione che i francesi fossero freddi, in realtà è il loro modo di essere, ognuno vive la sua vita senza invadere la sfera privata altrui. In generale ho l’impressione che si giudichi molto meno le persone che in Italia. Anche se alla fine mi manca proprio il sorriso della gente. Venendo da un paesino, il contatto umano era più diretto. Qui le relazioni vanno costruite un po’ per volta”.
L’Italia è di nuovo fuori dal Mondiale. Che cos’è successo e come si riparte?
“È successo un disastro. Abbiamo vissuto emozioni molto contrastanti. Due mesi prima vinci l’Europeo, poi, tra episodi e sfortuna, non riesci più a vincere come prima. Purtroppo non ci sono più partite facili, se sbagli paghi. Abbiamo perso una partita e siamo fuori. Ma non va buttato tutto, abbiamo grandi capacità, un gruppo di talento, che gioca da squadra. Abbiamo vinto un Europeo quando tutti ci davano per morti. Da lì bisogna ripartire. Nel calcio come nella vita si vince e si perde, però bisogna poi sempre mettersi al lavoro. Vogliamo tutti riportare l’Italia dove merita, al Mondiale”.
Chiellini lascia. Tocca magari a lei colmare il vuoto?
“Giorgio è una persona straordinaria, positiva, sempre pronta a incoraggiare gli altri. Un esempio per tutti. Da lui ho imparato tantissimo. È unico, difficile da sostituire. Tutti insieme dobbiamo provare a colmare il vuoto”.