Ventura: "In campioanto regna l'incertezza. Riforme? Farle e non parlarne solo" - JuveNews.eu

Ventura: “In campioanto regna l’incertezza. Riforme? Farle e non parlarne solo”

L'ex commissario tecnico della nazionale italiana ha parlato del campiono di Serie A e del futuro del calcio italiano alla luce degli ultimi risultati della Nazionale

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Il campionato italiano di Serie A si concluderà tra sei giornate, e mai come in questa stagione l’incertezza regna sovrana: Scudetto, Coppe e retrocessione, tutto è ancora aperto, con molte squadre che possono ancora dire la loro sui vari obiettivi stagionali. In una lunga intervista concessa ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l’ex commissario tecnico dell’Italia Gian Piero Ventura ha parlato del calcio italiano e delle riforme da affrontare.

Il problema non è parlare di riforme, è farle. Riflettiamo un secondo: nel 2010 l’Italia è uscita al primo turno dal Mondiale, nel 2014 al primo turno, nel 2018 non ci siamo qualificati con la Svezia e oggi non ci siamo qualificati contro la Macedonia del Nord. Se anche di fronte a questo problema strutturale continuiamo a parlare di riforme che non vengono mai fatte, diventa difficile che la situazione possa migliorare. Il grande e vero problema sono i giovani. Ma oggi in Italia quando si tocca l’argomento, si parla di Scamacca, Frattesi e Raspadori. L’Italia può essere racchiusa in tre calciatori? Il cambiamento dovrebbe venire dalla base. Ci sarebbe un lavoro incredibile da fare. Ma se continueremo sempre a far finta che non sia successo niente, allora non ci potremo lamentare. Cinque giorni dopo l’eliminazione dal Mondiale c’è stata Juve-Inter e da allora nessuno ha più parlato di riforme. È stato uguale nel passato”.

Questo è un campionato dove non c’è più certezza, il calendario non conta nulla. Può succedere che il Milan perda in casa con lo Spezia e pareggi a Salerno. Se l’Inter non avesse vinto con la Juve, avrebbe sperperato molto di quanto fatto all’andata. Il Napoli sbaglia ogni volta che ha la gara decisiva. Non è un momento esaltante per il nostro calcio: nelle prime 7 squadre non c’è un attaccante italiano. Inoltre, non è pensabile che il Milan capolista pareggi a fatica nel finale con l’ultima in classifica”.

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