Ventura: "Se ci fosse stato il VAR avremmo sicuramente vinto 5 o 6 derby..." - JuveNews.eu

Ventura: “Se ci fosse stato il VAR avremmo sicuramente vinto 5 o 6 derby…”

L'ex allenatore del Torino ha parlato

[fncvideo id=679923 autoplay=true] L’ex allenatore del Torino, Gianpiero Ventura, ha parlato ai microfoni di Corriere Granata in vista del derby di stasera contro la Juventus: “Episodi del derby? Sinceramente tutti questi episodi mi fanno male. Furono pochi i derby persi per merito loro, molti li abbiamo persi per errori clamorosi. Su Jonathas c’era un rigore clamoroso, su El Kaddouri tutta Europa ha visto cosa è successo; o ancora il gol annullato a Maxi Lopez e la non espulsione ad Alex Sandro sono state delle circostanze assurde. Per quanto riguarda i derby persi all’ultimo lasciamo stare: in entrambi eravamo sull’1-1 e avemmo delle occasioni nitide per passare in vantaggio ma fummo puniti prima da Pirlo e l’anno dopo da Cuadrado.

Se ci fosse stato il VAR avremmo sicuramente vinto 5/6 derby: era un altro momento purtroppo, e bisognava comunque accettare queste decisioni. Io l’ultimo a vincere un derby? Al triplice fischio l’emozione era dei giocatori. Il ricordo più bello è che, il giorno dopo, quando facemmo allenamento, un gruppo di persone anziane venne a vederci e aveva le lacrime agli occhi. Il giorno dopo c’era una gioia incredibile, non espressa in canti e balla ma con delle lacrime.

Pronostici? E’ vero che la Juve viene da un momento favorevole e il Toro viene da due partite così cosi, ma è altrettanto vero che i granata faranno una grande partita. Dovranno essere vinti tanti duelli, e il principale sarà quello tra Bremer e Vlahovic che il brasiliano ha già vinto una volta. Faremo una grande partita dal punto di vista della prestazione, ne sono sicuro. Bremer? Quando un giocatore ha delle offerte che vanno fuori mercato, diventa difficile trattenerlo: se lo fai rimanere controvoglia, come N’Koulou, rimani fregato doppiamente sia da un punto di vista sportivo che da un punto di vista economico. Da qui nasce quella che era la mia linea: si accettava di rinunciare a uno o due giocatori forti all’anno, ma con i soldi acquistati si andava a programmare il futuro“.

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