Raffaello Giuntoli, zio di Cristiano, in un’intervista a Tuttosport ha svelato alcuni retroscena dell’ex ds del Napoli: “Lavorerà 20 ore al giorno, ma un’occhiata al Tour de France la darà. In casa siamo cresciuti a pane, calcio e ciclismo di contorno. Abbiamo avuto due squadre, una di ciclismo e una di calcio. Quella di ciclismo si chiamava Gruppo Sportivo San Niccolò e ha avuto la sede proprio a casa di Tiziano, il padre di Cristiano. Quella di calcio si chiamava Fulgor, io e mio fratello Tiziano eravamo amministratori, direttori sportivi… tuttofare. Ed è stato un lungo travaglio nell’ultimo mese e ci sono stati giorni difficili, in cui sembrava che De Laurentiis non lo avrebbe liberato. Io gli ho sempre detto che tutto si sarebbe aggiustato, magari alla fine, come è successo, ma si sarebbe aggiustato. Ora sono un paio di giorni che non lo sento perché è sempre al telefono… sua mamma lo chiama alle 2, le 3 di notte, perché vuole essere sicura che sia tranquillo. È già immerso nel lavoro”.
E poi ha aggiunto: “Uno degli allenatori regalò a Cristiano il primo paio di scarpe da calcio. Ha sempre avuto una passione straordinaria fin da bambino. Per il calcio e per la Juve: mio fratello Tiziano, suo padre, era il punto di riferimento di tutti gli juventini del paese“. Oltre allo zio anche l’amico di famiglia Piero Marini (storico responsabile del settore giovanile dell’Aglianese) racconta: “Un sogno che si avvera, perché ha una storia familiare, che tutti qui in paese conoscono, di tifosissimi bianconeri”.
Nella giornata di oggi Giuntoli è atteso alla Continassa per la firma del contratto: si parla di un quinquennale da 2 milioni netti a stagione per il dirigente toscano. La durata potrebbe però essere suddivisa con la formula dei tre anni + due di rinnovo a certe condizioni. Il contratto è solo una formalità a questo punto.