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L’eliminazione dell’Italia dai playoff di qualificazione al Mondiale in Qatar è stata un colpo enorme per tutto il movimento calcistico italiano. E molti sono tornati con la memoria al 2017, quando la nazionale azzurra uscì, sempre ai playoff, contro la Svezia, rimanendo fuori da Russia 2018. Quella sconfitta nel doppio confronto con gli scandinavi fu un terremoto per il nostro calcio. Allora a pagare furono il commissario tecnico Gian Piero Ventura e il presidente federale Carlo Tavecchio.
Proprio l’ex numero uno della Figc è tornato a parlare, ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Interpellato sulla questione dei giovani, ha risposto così: “Gli attaccanti italiani si contano sulla punta delle dita di una mano, se non utilizziamo i nostri giovani non abbiamo alternativa che chiamare Tizio, Caio, Sempronio che non sono cresciuti nei nostri vivai. Abbiamo un sacco di gente che toglie il posto agli italiani, eppure mi diedero del razzista quando sollevai questo problema. Il pescare nel mare magnum degli stranieri poi porta a questi risultati. Dimissioni? Ognuno fa ciò che vuole. Dissi solo che chi doveva venire a giocare in Italia doveva avere un curriculum che dimostra che giocasse in una squadra rappresentativa del suo paese, come succede in Francia e in Inghilterra“.
Poi Tavecchio ha continuato facendo le sue proposte per la ripartenza e la riforma del sistema del calcio italiano: “Bisogna fare centri di formazione federale, è il primo passaggio per ottenere dei giovani che possano esprimersi a certi livelli. Bisogna potenziare questi centri e mettere dei limiti sull’utilizzo degli stranieri. Parlo ovviamente degli extracomunitari“. Infine una previsione sul prossimo futuro: “La Lega di Serie A si renderà conto del problema di quanto stia cadendo in basso il nostro calcio quando capiranno che non potranno più comprare giocatori a 5-6 milioni l’anno. Andiamo verso una naturale autarchia” ha concluso l’ex dirigente.