Marco Tardelli, ex calciatore della Juventus, ha rilasciato delle dichiarazioni a Il Corriere della Sera, parlando anche dei bianconeri. Ecco le sue parole: “Amo la nazionale, tifo anche la Juve, è la squadra che ho nel cuore: mi ha dato molto e io le ho dato molto. Però potrei dire la stessa cosa del Pisa che mi ha lanciato e del Como che mi ha permesso il salto alla Juve. I processi a campionato in corso? Questo è un problema, perché falsa tutto. I festeggiamenti dopo la Coppa Campioni del 1985? Siamo solo andati a salutare i tifosi. Ma io ho sempre detto che non ho vinto quella Coppa. Di chi fu l’errore? Di tutto il calcio: ci hanno obbligati a giocare. Era stata una scelta sbagliata mettere i tifosi in una curva sola. Chi prese la decisione di giocare? Penso l’Uefa. E la polizia di Bruxelles decise di farci giocare perché sarebbe stato un dramma disperdere i tifosi.
Gli omosessuali nel calcio? Secondo me ci sono. È statisticamente impossibile che non ci siano. Io non vedrei il problema. Ma non lo dicono perché forse sentono che non è il momento. Che non c’è il clima giusto. Ma il mondo attorno a noi è cambiato. Non vedo perché non debba cambiare anche il calcio. Se è vero che mi hanno proposto di entrare in politica? Tre-quattro anni fa, nell’area di centrosinistra. Ma una persona non era d’accordo e allora non ho accettato.
Inter? Ci sono stato benissimo, sia da giocatore che da allenatore. Poi che non sia andata bene è un’altra storia. Però ho dei bei ricordi: ho fatto due gol al Real Madrid in Coppa. Calciatore italiano più forte? Barella è uno dei più forti. Poi ce ne sono altri, come Zaniolo, ma devono cambiare mentalità: lui è un giovane che ha bisogno di una guida”.