Tancredi Palmeri, giornalista, ha detto la sua a Sportitalia sul caso Lukaku, vicinissimo alla Roma e a lungo inseguito dalla Juve. Ecco le sue parole: “Manca poco, e quel poco con Lukaku non deve essere mai sottovalutato. Ma a 6 giorni dalla fine del mercato, con il Chelsea che pur di sbolognarsi Lukaku quindi ha detto alla Roma che lo avrebbe prestato, che avrebbe partecipato a parte dell’ingaggio, e che vorrebbe chiudere il prima possibile, adesso sembra davvero che il dado di Romelu sia tratto. Capolavoro della Roma, forse fortunata a trovarsi al posto giusto al momento giusto, ma intanto è stata brava a trovarvicisi.
Con l’aiuto della corte suadente di Mourinho, probabilmente accordando a pagare 10 milioni di prestito oneroso forse solo diritto di riscatto, e uno stipendio che dovrebbe essere di 8 milioni, con un paio corrisposti dal Chelsea e un altro paio di bonus personali del giocatori. Se la Roma è la vincente assoluta, chi ha perso è sicuramente l’Inter, anche se la sconfitta è stata metabolizzata. Ma forse aver avuto una alzata di spalle d’orgoglio è stato controproducente, e se avesse fatto più buon viso a cattivo gioco, avrebbe resistito fino a quando Lukaku avrebbe cambiato idea. Tuttavia non è detto che sarebbe stata la scelta migliore riprendersi Lukaku nonostante tutto: la fiducia dei compagni era più che andata, delusi non tanto dal tradimento in sé ma dalla mancanza di personalità del non aver nemmeno risposto alle chiamate. E si sa quanto il gruppo sia sacro tanto più se é forte, come dimostrato l’anno scorso dall’Inter di Simone Inzaghi. Se Roma e Inter sono all’opposto, in mezzo si collocano la Juventus e Lukaku stesso.
Che un po’ perdono, ma ci mettono una pezza: Lukaku perché aveva fatto tutto sto cinema per andare esclusivamente alla Juve, e si trova costretto adesso ad accettare l’unico prestito sul tavolo. Anche se nell’incapacità strategica, potrebbe dirgli bene perché Roma può essere un progetto che gli calzi a pennello. E la Juve perché alla fine ha fatto il lavoro sporco perché se lo godano altri. Ma a dire il vero si tiene Vlahovic, che già ha un’altra pericolosità in una Juve finalmente d’attacco. E soprattutto la Juventus, e ancora di più Allegri il vero architetto dell’operazione, avevano come primo obiettivo indebolire il rivale più odiato e temuto, l’Inter, e quell’obiettivo è stato totalmente centrato. A proposito di obiettivi mancati: si è fermato il Napoli, senza Gaby Veiga e Koopmeiners, e al Milan manca la ciliegina ma non così ina del centravanti di scorta. Lukaku insegna che tutto è possibile fino all’ultimo giorno, ma sarebbe un peccato fermarsi proprio sul finale”.