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Soulè: “C’erano due club oltre la Juve ma ho scelto Torino”

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Il calciatore della Juventus Under 23 Matias Soulé, ormai aggregato in pianta stabile in prima squadra, ha parlato intervistato dai canali ufficiali del club bianconero: “A sei anni mi sono trasferito a Kimberley, una cittadina argentina dove c’era una squadra di calcio. Poi sono passato al Velez, nel loro settore giovanile. Ero uno dei più piccoli, ma ero molto eccitato perché il mio sogno è sempre stato quello di giocare per un club a Buenos Aires, soprattutto nel Velez. Mio padre lavorava 14 ore al giorno e io giocavo il sabato mattina. Mi portava sempre e veniva a vedermi, appena tornati a casa si riposava e andava nuovamente a lavoro. Ricordo che non aveva abbastanza soldi, a volte soggiornava in un hotel, altre volte no. Anche mia madre lavorava e veniva a trovarmi quando poteva. È stata molto dura per loro”.

Quando mi ha chiamato la Juventus, c’erano anche altri due club. Ero a un barbecue e il mio agente mi ha detto che c’erano tre club per me, tra cui la Juventus. Conoscevo le ripercussioni e i benefici di entrare a far parte di ognuno di questi club. Mi ha detto di pensarci per qualche giorno, prendermi il mio tempo e fare quello che volevo. Ricordo che continuavamo a mangiare, ma avevo già pensato e deciso: Juve. Sono arrivato nel 2020, ricordo di essermi fatto male al quadricipite. Sono tornato e il fine settimana in cui avrei dovuto giocare, la pandemia ha colpito e quando sono ritornato, mi sono anche infortunato. Sono stato sfortunato perché ero qui da sei mesi e non avevo ancora giocato”.

“In Under23 ricordo che la mia prima partita è stata contro la Pro Sesto in Coppa Italia. Il mio primo gol è arrivato anche in quella competizione perché ne ho segnati due contro il FeralpiSalò. Con la prima squadra sono entrato per esordire contro la Salernitana, ma non ho neanche toccato il pallone. Volevo fare del mio meglio e mostrare quello che potevo fare come calciatore. Quando sono entrato contro il Venezia ricordo che non ero nervoso. Ricordo la prima volta che ho ricevuto palla da un passaggio di Alex Sandro. La palla è arrivata a me, ho superato un giocatore e ho visto che Morata era pronto per un passaggio. Ho continuato ed è stato commesso un fallo ai miei danni, mi sono diretto verso l’area perché non avevo intenzione di tirare il calcio di punizione. Li sentivo dire: “Soulè, calcia, lo prendi tu!”. Quindi ho pensato: “Cuadrado , lascialo a me” e abbiamo avuto un avanti e indietro. Alla fine ho preso il calcio di punizione e non l’ho colpita bene, ma mi è piaciuto molto perché in quella che è stata la mia prima partita sono stato io a prendere un calcio di punizione”.

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