Una giornata storica per il calcio femminile. Il consiglio federale della Figc ha ratificato il passaggio al professionismo. Tuttomercatoweb ha interpellato l’ex calciatrice e attuale opinionista di Rai Sport Katia Serra: “E’ un passaggio atteso, dovevamo attendere il momento giusto. Non era in discussione, ma serve per dare tutele alle giocatrici e a chi allena, a chi lavora in questo movimento. E’ questo il grande risultato raggiunto: in questo modo le giocatrici hanno le stesse tutele dei giocatori, lo stesso vale per i tecnici. E anche le società ora hanno un patrimonio economico e da qui i trasferimenti avverranno a titolo oneroso, immagino. Se ti coltivi un talento in casa, col tempo, adesso avrai un patrimonio“.
Il calcio femminile ora è un lavoro a tutti gli effetti: “Adesso maturi la pensione, il calcio non è più un hobby. Altrimenti arrivi nel post carriera, come me, e ti versi i contributi da sola. E’ un passo enorme ed epocale. E poi anche l’Inail: se hai un infortunio, sei coperto e non lo sei più da piccole assicurazioni. E il conteggio della pensione sarà calcolato anche su eventuali gravi infortuni subiti in carriera. Ora le giocatrici verranno coperte dai club e nel conteggio della pensione ci saranno anche gli infortuni gravi come sussidio mensile eventuale“.
I cambiamenti riguarderanno anche gli ingaggi: “Prima di generare ingaggi alti, un sistema deve trovare sostenibilità, il passaggio ora è creare le fondamenta. Se sei bambina e hai talento devi investire sul tuo futuro da calciatrice: prima il sistema non ti metteva nelle condizioni di crederci e tra lavoro e calcio, sceglievi il lavoro. Non c’erano condizioni di base. Qualcuna come me è stata folle ma oltre a questa sana e positiva follia, c’erano le condizioni personali per farlo“.
Sarà diverso anche il campionato: “Una Serie A a 10 squadre con andata, ritorno, poule Scudetto e retrocessione significa che aumenta il numero delle partite e saranno anche più combattute. Darà più incertezza alle partite e un campionato per essere interessante deve essere sempre più incerto“.