Mario Sconcerti è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, durante Maracanà. Il direttore ha commentato la partita dei bianconeri contro il Psg: “La partita della Juve me l’aspettavo più bella. Ho visto due grandi gol di Mbappé ma lo stesso PSG mi è sembrato lento, velleitario, non mi ha fatto una grande impressione. Mi aspettavo una Juve diversa, soprattutto nel primo tempo, che potesse tenere meglio il campo e invece è stata quasi subito travolta. Un secondo tempo in linea. E’ stata una sconfitta tranquilla, si temeva molto peggio dopo il primo tempo. Ho visto un Milik che è entrato molto bene in partita, nettamente meglio di Vlahovic. Mi ha stupito la tenuta migliorata della Juventus, che non ne fa ancora però una squadra ritrovata. E’ una squadra che deve ancora crescere“.
Perin sta rendendo bene, ma non insidierà Szczesny: “No, non credo. E’ sempre stato un ottimo portiere ma ha avuto infortuni importanti. Su Paredes invece: “E’ un ottimo giocatore, che porta ordine nell’impostazione del gioco ma non passa mai la metà campo. Non aiuta la Juve a migliorare la costruzione del gioco offensivo. Non mi è dispiaciuto Rabiot, anche Miretti. E’ sempre una Juve che dipende da un giocatore che non ci può essere. Gli manca la qualità di Pogba, di un numero dieci. Chi pensava di andare a vincere a Parigi? Io pensavo a una sconfitta molto peggiore, visto che dopo 20 minuti hai subito due gol. E’ vero che quando una squadra vince 2-0 tocca all’avversario reagire, però ieri ho visto una Juve migliore rispetto ad altre partite. La partita l’ha persa giustamente ma ho visto una squadra più coesa. Sarebbe stato devastante se non ci fosse stato un passo in avanti come richiesto dalla competizione e dall’avversario”.
L’opinione sul Psg: “A parte i gol, che in Italia non si vedono, non mi è piaciuto. L’ho visto troppo lento e che insiste sui numeri individuali. E’ una squadra molto narcisista. Detto che la Juventus ha perso ‘normalmente’, dico che è stato un passo in avanti o non tre passi indietro come visto a Firenze”.
La serata di ieri ha avuto due grandi protagonisti: “Haaland è classico, strepitosamente completo, Mbappè è più artista, devastante, ama più partire dall’esterno. Ma l’Haaland di adesso mi sta colpendo di più“.