Sconcerti: "Multe non sarebbero abbastanza per le plusvalenze fittizie"

Sconcerti: “Multe non sarebbero abbastanza per le plusvalenze fittizie”

Mario Sconcerti
Il noto giornalista ha detto la sua sul processo sulle plusvalenze fittizie, che oggi inizierà con la prima udienza a Roma. 11 club in ballo.

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Il 12 aprile potrebbe essere una data importante per il nostro calcio. Nella giornata di oggi infatti avrà inizio il processo sul caso delle plusvalenze fittizie, con la prima udienza in programma a Roma. A rischio ci sono ben 11 società, di cui 5 sono attualmente in Serie A: Juventus, Napoli, Sampdoria, Genoa ed Empoli. Nell’occhio del ciclone ci sono 62 dirigenti del calcio italiano, compresi i presidenti dei suddetti club. Non è ancora chiaro quali potrebbero essere le conseguenze per le squadre, anche se, a quanto emerge, quelle più a rischio potrebbero essere due società di Serie B come Parma e Pisa, che potrebbero essere penalizzate.

Di questo ha parlato Mario Sconcerti, nel suo articolo su Calciomercato.com. Queste le sue parole: “Comincia oggi il processo sportivo sulle plusvalenze delle società di Serie A. Sono 11 le società sotto inchiesta. Tante, probabilmente troppe per avere un procedimento sereno e non di parte. Le premesse non sembrano buone, si cercherà di stabilire se qualche società avrà inserito in bilancio plusvalenze indebite. Se così fosse, le punizioni previste non sono altro che multe. E’ corretto? Assolutamente no. Perché una cosa è il falso in bilancio di un’azienda privata, altro quello di un’azienda il cui scopo è la gara.

Fare plusvalenze per evadere è un fatto, altro è farlo prendendosi vantaggio su altre concorrenti in gara. Il calcio non è un fatto privato, ogni società è legata alle altre, ognuna è responsabile della regolarità dell’intera competizione. La domanda di reato non può limitarsi a capire se c’è stata omessa plusvalenza, ma se questa plusvalenza ha alterato la gara. La differenza è nella punizione: nel primo caso si va alle multe, nel secondo si andrebbe alle penalizzazioni. Si toccherebbe appunto il senso della competizione. E’ un momento di chiarezza molto importante, anche doloroso. Spero se ne rendano conto i giudici sportivi“.

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