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La Juventus ha perso la partita contro l’inter di domenica sera, non senza polemiche, uscendo di fatto dalla lotta Scudetto. Quella contro i nerazzurri era infatti l’ultima chiamata per i bianconeri per riprendere il treno di testa, fallita anche per colpa di un arbitraggio poco chiaro contro i nerazzurri.
Il giornalista Mario Sconcerti, attraverso il suo editoriale per Il Corriere della Sera, ha parlato del campionato italiano e delle gerarchie da qui alla fine della stagione: “Questo è il primo campionato in cui manca una squadra di riferimento. Non sai chi vincerà e nemmeno chi perderà di più. Conta poco quello che pensiamo, conta quello che continuerà ad accadere. Cento anni di cifre dicono che tutte e tre le squadre di testa per ora sono dentro i limiti per vincere. Il confine più severo è quello delle sconfitte, molto pericoloso superare le cinque partite perse, ma alla trentunesima giornata Milan, Napoli e Inter sono dentro il margine”.
“All’ultima giornata l’Inter giocherà in casa con la Sampdoria e il Napoli andrà a La Spezia. Sono due avversari che si equivalgono, abbastanza agevoli. Ma se Spezia e Samp dovessero giocarsi la salvezza quel giorno, diventerebbero due partite complesse. Il Milan andrà invece a Reggio Emilia contro il Sassuolo, partita delicata, ma il Sassuolo in casa ha battuto solo Salernitana, Venezia, Lazio, Fiorentina e Spezia. Gioca molto meglio in trasferta dove ha battuto Milan, Juve e Verona”.
“Se l’Inter vincesse a Bologna il suo distacco dal Milan scenderebbe a un punto, e il suo handicap salirebbe solo a 18. Se pareggiasse, i punti di distacco e gli handicap sarebbero 3, totale 20. Perdendo tutto salirebbe a 4, totale 21. Contro i 20.5 finali del Napoli (19.5 più il punto attuale di distacco). Partendo dai distacchi attuali questo porterebbe a un risultato clamoroso. La classifica diventerebbe questa: 1 Inter, 2 Napoli, 3 Milan. Con due risultati su tre dell’Inter a Bologna. Naturalmente è tutto fuorché scienza, ma ha buone radici nei dati analizzabili. Il calendario è una prova oggettiva, la classifica anche”.