Mario Sconcerti è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, durante Maracanà, commentando la giornata di Serie A. Sul cambio Chiellini-Vlahovic, ha detto: “Secondo me è stato un errore. I bianconeri non possono difendere un risultato togliendo una punta e mettendo un difensore. Il problema di Allegri su Vlahovic secondo me è che dice troppo quello che non deve fare. Ci si deve chiedere quanti gol sbaglia e, se non sbaglia, perché non ha le occasioni e quanto c’entra in questo il gioco. Non capisco neanche la scelta psicologica di levare il ragazzo. Secondo me c’è un rapporto da rivedere tra i due“.
La sua opinione sulle stagioni di Napoli e Juve: “Il Napoli per molto tempo ha avuto l’occasione di vincere il campionato. Ha avuto tanti infortuni e tanti giocatori che non sono cresciuti come ci si aspettava. Alla fine è venuta fuori l’usura, secondo me nervosa più che fisica. Questa usura è stata data da partite difficili che ha dovuto affrontare senza almeno sei titolari. Al Napoli come voto darei 7/7.5 se resta al terzo posto, perché non si può parlare di sconfitta. Il quarto posto per questo tipo di squadre non è mai una buona cosa, nonostante il rincalzo economico della Champions. La Juventus è stata una squadra che non è mai rientrata nella lotta. Se si vanno a vedere i dati sono tre mesi che ha la stessa distanza dalla prima. Ricomincerei a valutare la situazione di Kean che comunque è stato importante nei suoi sei gol. Il problema del ragazzo è che costa troppo“.
Sulla questione arbitrale, dopo la polemica Mourinho-Lazio, ha aggiunto: “Questi arbitri non penso brillino per la personalità. Credo ci vorranno vent’anni per fare in modo che gli arbitri siano sicuri davanti a un pubblico come il nostro, che è sospettoso e aiuta a far crescere l’insicurezza dell’arbitro. Per quanto riguarda Mourinho io ho due visioni. Una è che sia giusto l’allenatore della Roma parli di queste cose perché il risultato ha portato la Lazio a ridosso alla sua squadra. La seconda visione che ho è che sarebbe meglio non commentare ciò che accade su altri campi da parte degli allenatori, perché si dà ancora più adito“.