[fncvideo id=657486 autoplay=true] TORINO – Mario Sconcerti, noto giornalista sportivo, ha pubblicato il suo consueto editoriale per il Corriere della Sera in cui parla del momento della Juventus in Serie A, ma non solo: “Roma-Milan è stata una delle partite migliori della stagione, decine di tiri, grandi giocatori in campo, alcuni di livello internazionale come Donnarumma, Kessie, Tomori, Veretout e soprattutto Mkhitaryan. Ma è il Milan che prende il risultato reale della partita e resta sulla scia dell’Inter. Ha qualcosa di irreale il Milan a quest’altezza perché ottiene dai suoi giocatori più di quello che forse hanno davvero e riesce a farne un uso sorprendente dominando a tratti un avversario che ha perfino più qualità naturale. È un risultato molto importante perché porta punti e personalità, davvero un’ottima squadra molto vicina a diventare una grande squadra. Ibra si è fatto male nel momento per lui ideale, può partire più sereno per Sanremo. Un lieto fine dolce-amaro per una storia molto meno seria del resto della squadra. Il campionato si sposta sempre più dalla parte dell’Inter, ormai cresciuta in molti suoi momenti di gara e trascinata da un Lukaku nemmeno più sorprendente. In questo momento sembra non esserci incertezza sul calcolo finale. È stata trovata la squadra più forte.
Si comincia intanto ad avere un quadro più completo dei progetti Juve per questa stagione. La scelta di Pirlo e la cacciata degli ultimi due tecnici che avevano vinto il campionato, quindi l’esigenza di cambiare impronte che la società giudicava ufficialmente sbagliate. La scelta di un allenatore debuttante col compito di valorizzare una rosa molto ringiovanita (Demiral, Kulusevsky, Chiesa, più tanti esordienti, Portanova, Frabotta, Fagioli, Di Pardo); un mercato molto complesso con dentro plusvalenze ardite e comunque i prestiti di McEnnie, Chiesa e Morata che solo di riscatto porterebbero a una spesa di 113 milioni più 17 di bonus (fonte Gazzetta del 6 ottobre 2020), infine un’incompletezza cercata a centrocampo e in attacco.
Quando Pirlo ha cambiato modulo ed è passato ai 3 centrocampisti, i quattro a disposizione hanno di conseguenza assunto il valore di due assenze; in attacco anche con Dybala, è sempre mancata una quarta punta reale. Tanti particolari non da Juve calcolati in un momento in cui era davanti ancora una pandemia a tempo indeterminato. Una somma di debolezze che fa pensare adesso quasi a un calcolo, come se si fosse scelto di mettere più esperimenti possibili in una stagione per poter ricominciare meno stressati le altre. Mi sembra lo dicano anche gli amministratori che nel commento al bilancio semestrale di pochi giorni fa scrivono alla lettera «non sussistere significative incertezze con riferimento all’utilizzo del presupposto della continuità aziendale». Cioè stiamo male, ma non rischiamo di chiudere. Un buon affare”.