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Totò Schillaci è stato il simbolo della storica cavalcata della Nazionale a Italia 90. E stasera a Palermo, la sua città, gli azzurri si giocheranno un pezzo di qualificazione al prossimo Mondiale in Qatar contro la Macedonia del Nord. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante della Juventus ha parlato del clima in città: “C’è un’atmosfera incredibile, ci sarà il tutto esaurito i palermitani si meritano di vivere giornate di festa. Daranno un supporto importante, poi tocca ai giocatori. Sono felice che la federazione abbia scelto la Sicilia, qui si vive di passione“.
Sull’Europeo: “In estate non avrei scommesso una lira sulla vittoria. Ma l’Italia è questa: nelle difficoltà tira fuori l’orgoglio. Sono stati tutti bravi. Mancini ha formato un grande gruppo, puntando anche su giocatori di cui non tutti erano convinti. Ha avuto ragione e ha vinto“.
Dal trionfo europeo al rischio mondiale: “Nessuno si aspettava di vederci agli spareggi, tutti immaginavano di essere già in Qatar. Ci sarà da combattere e soffrire. Non sarà semplice per noi, ma anche per i nostri avversari. Ci sono speranza e convinzione. Fallire la qualificazione a un altro mondiale sarebbe un disastro. Ma questo gruppo saprà tirare fuori gli attributi che servono a centrare l’obiettivo, anche se una finale in Turchia o Portogallo non sarà facile. In queste sfide può succedere di tutto“. Sui motivi per cui l’Italia è arrivata in questa situazione: “Ce la siamo incasinata noi. Potevamo andare direttamente al Mondiale. Ma le cose facili possono diventare difficili senza la giusta testa. Forse alcuni nelle gare decisive non erano al top“. Ad esempio Jorginho: “All’Europeo siamo stati un po’ fortunati, poi è arrivato il conto salatissimo nelle qualificazioni, dove la sfortuna ci ha messo del suo. Un rigore si può sbagliare. Ma addirittura due, contro la Svizzera, in due partite diverse, di cui bastava vincerne una sola… ora siamo in bilico“.
Per qualificarci ci sarà bisogno degli attaccanti: “Immobile mi ricorda Mancini. Anche Roberto in campionato era tra i migliori ma in Nazionale non riusciva a essere incisivo allo stesso modo. Immobile in Serie A ha dimostrato di essere un fuoriclasse del nostro campionato, con l’Italia ancora no. Ma credo sia una questione di testa. Gli deve scattare una molla, dipende da lui. Forse paga ancora il fallimento con la Svezia, dove tutti pensavano che ci avrebbe portato al Mondiale. Quella volta la pressione l’ha tradito e la sente ancora. La maglia azzurra pesa“.
Mancini ha accostato Raspadori a lui: “Oggi in Italia ci sono pochi attaccanti, i top club sono pieni di stranieri. Ora si gioca anche senza attaccanti veri, il 9 di una volta non esiste più. Ora le punte pressano e difendono. Mi auguro che giovani di prospettiva come Raspadori giochino con continuità e si impongano ad alti livelli“.
Infine su Insigne: “Non vive un momento semplice, ha fatto una scelta di vita e andrà a Toronto. Resta un grande professionista, darà il massimo e la Nazionale ha bisogno della sua qualità. Dobbiamo crederci, non ci può essere un altro Mondiale senza Italia“.
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