Tra i vari spunti che suggerisce Tuttosport, oggi il quotidiano sportivo si sofferma sul percorso di Sarri alla Lazio, paragonandolo al lavoro svolto sulla panchina della Juve quando allenava i bianconeri. Dal punto di vista tattico il tecnico toscano si è adattato ai giocatori a disposizione. Tuttavia però Sarri ha sempre tenuto presente i suoi principi base tra cui la ricerca del controllo della partita tramite il possesso (53,8% di media quest’anno) e quello che riguarda il numero di passaggi per azione d’attacco (il 9° del campionato italiano con 4,03).
Sarri ha quasi sempre puntato sulla costruzione del gioco dal basso (per quanto riguarda la Lazio, Provedel lancia lungo solo il 31% delle volte, a fronte di una media del 48,45% del resto della squadre di Serie A) con l’obiettivo poi di risalire il campo tramite le giocate di uscita dal pressing e la ricerca della profondità, aggiunge sempre Tuttosport.
Ma facendo un passo indietro e paragonando le varie esperienze, quando allenava l’Empoli (con il 4-3-1-2) lo sviluppo della fase offensiva era molto più verticale rispetto al ‘suo’ Napoli. Con i toscani, la squadra attirava col palleggio basso il pressing degli avversari. Poi in Premier League con il Chelsea, la fase offensiva era diventata più verticale, meno strutturata di quella degli anni di Napoli. Quando approdò a Torino, fece presente la sua volontà di combinare i suoi principi di gioco e le qualità dei suoi uomini. Alcuni numeri a supporto: la Juve di Sarri ha effettuato mediamente 40 passaggi in più rispetto all’anno precedente aumentandone la precisione di 2 punti percentuali. Inoltre ha anche abbassato la quantità di cross (quasi di 3 unità ogni match). Statistiche a parte la differenza sostanziale è che a Torino -nonostante lo Scudetto vinto- Sarri non ha mai di fatto lasciato il segno.