Sampdoria-Juventus è anche Giampaolo contro Allegri: tutti i numeri

Sampdoria-Juventus è anche Giampaolo contro Allegri: tutti i numeri

La gara tra Sampdoria e Juventus metterà ancora di fronte Massimiliano Allegri e Marco Giampaolo, tecnici delle due squadre.

Questa sera la Juventus scenderà in campo contro la Sampdoria per l’ultima gara della seconda giornata di Serie A. L’incontro sarà anche un mismatch tra Allegri e Giampaolo, tecnici della due squadre. I due allenatori si sono affrontati in carriera ben 14 volte, e la bilancia pende per il mister dei bianconeri, che ha battuto il collega ben 9 volte, mentre l’ex allenatore di Milan e Torino ha avuto la meglio per 4 volte. L’ultima sfida tra i due c’è stata nello scorso campionato, nella partita disputatasi a marzo, vinta dalla Vecchia Signora per 3-1, con doppietta di Morata e autogol di Yoshida.

Ieri, in conferenza stampa, Giampaolo ha parlato anche del collega juventino: “E’ una squadra forte. Per mentalità, è più forte di quella che è. Quando sei abituato a vincere, respiri la forza della squadra. E’ sempre una partita difficile. Ha iniziato bene in Serie A, Allegri ha riannodato le sue cose. Ha qualche assenza, ma rimane una formazione competitiva sotto ogni punto di vista. Parlo del carisma di squadra, noi dobbiamo fare un’altra grande partita come contro l’Atalanta”.

Anche Allegri, qualche anno fa, ha detto la sua sul tecnico blucerchiato, quando Giampaolo passò al Milan nel 2019: “Quest’estate ero a Pescara con Galeone e Giampaolo, fatale che parlassimo di calcio. Dissi a Giampaolo: ‘Marco, non ti do consigli, ma una cosa voglio dirtela. Sei al Milan, non è da tutti. Non fare una squadra di fighetti perché ti spaccano in due. Non è quello lo stadio per scherzare. Vuoi un fantasista centrale? Non è Suso. Ma Suso è un gran bel giocatore. Sintetizza, adattati. Il calcio è di tutti. Se non hai il regista che cerchi, niente ti vieta di giocare con due mediani nel mezzo’. L’importante è la qualità dei giocatori. È lì che un allenatore non deve transigere, sulla competenza dei dirigenti, che è il vero problema del nostro calcio”.

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