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Domani l’Italia si giocherà una parte del suo destino. Allo stadio Renzo Barbera di Palermo ci sarà la sfida contro la Macedonia del Nord, primo ostacolo sul cammino che porta al Mondiale in Qatar. A parlare di questo e non solo oggi è stato Arrigo Sacchi, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole: “Gli Azzurri devono avere buona memoria e rifare quello che ha fatto all’Europeo. Nelle difficoltà il calcio italiano ha sempre saputo dare il suo meglio. I ragazzi devono stare tranquilli perché sono già entrati nella storia, trionfando all’Europeo, vincendo con merito. È stata un’impresa, vista la desolazione recente del nostro calcio. I club, pur con gli stranieri, non vincono da 12 anni. Gli Azzurri devono puntare sulla generosità, sulla passione, sullo spirito di squadra, sul sacrificio e fare una corsa in più per il compagno“.
Sacchi prosegue: “Affidarsi alle individualità è come mettere un bastone tra i raggi di una bicicletta. Dopo il Clasico ho scritto ad Ancelotti, dicendogli che ho visto 11 sparpagliati e che la squadra era stata il Barcellona. Lui er d’accordo. L’Italia quindi dovrà essere squadra, corta e aggressiva. Contro una formazione modesta la cosa migliore aggredirla e farla sentire piccola. Bisogna pressare alto per recuperare palla. Insigne deve ritrovare entusiasmo. Berardi è un campione in crescita continua: fa gol, assist, pressa e ha iniziato a segnare di destro. Immobile deve giocare con la sicurezza che ha nella Lazio e restare lucido. Un giorno gli dissi che non deve inseguire sempre il pallone“.
Sugli altri due attaccanti del Sassuolo, oltre a Berardi, ha aggiunto: “Scamacca e Raspadori potranno essere utili. Il primo è migliorato molto. Ora va incontro alla palla e segna di più di testa, deve attaccare meglio la profondità. Il secondo è intelligentissimo, rapido, ma deve giocare con una punta davanti e non in fascia, lì si perde. Sono ottimista e mi fido di Mancini. Per quello che ha dimostrato, devono fargli un monumento“.