Rovella: "Juve? Se non sono ancora in un club di prima fascia è perché non me lo merito" - JuveNews.eu

Rovella: “Juve? Se non sono ancora in un club di prima fascia è perché non me lo merito”

Nicolò Rovella, centrocampista di proprietà della Juventus
Il centrocampista ha parlato

[fncvideo id=670034 autoplay=true] Nicolò Rovella, centrocampista del Genoa di proprietà della Juventus, ha parlato di vari argomenti ai microfoni di Ultimo Uomo tra cui il suo futuro trasferimento nel top club bianconero. Queste le sue parole: “Juve? Se non sono ancora in un club di prima fascia è perché non me lo merito e perché non sono ancora pronto. Che poi il Genoa è un club importante, di Serie A, ed è giusto che io faccia le mie esperienze. Dipende tanto da me: se gioco bene, se gioco male. Quando il mister decide di farmi giocare lo fa a seconda delle mie prestazioni: se gioco bene continuerò a giocare, se non giocherò bene è giusto che stia fuori.

Nicolò Rovella
Nicolò Rovella in azione con la maglia del Genoa

A me è sempre piaciuto tirare le punizioni, anche se qua ancora gol non se ne son visti… È una cosa che mi diverte, provo sempre a tirarle in allenamento, spero che prima o poi escano i frutti. Mi piace avere la palla tra i piedi. Quando sono arrivato in prima squadra, però, i compagni più esperti e tutti i mister che ho avuto mi hanno chiesto di giocare più veloce, di tenere poco la palla nei piedi, di darla e poi andare a riprenderla un’altra volta. Insomma: di tenerla poco perché se no poi ti arrivano. E questo o lo inizi a capire oppure…

Esordio con Thiago Motta? La settimana prima avevo esordito in Coppa Italia qua a Genova [in Coppa Italia contro l’Ascoli, nda]. Lui mi aveva portato su dalla Primavera e durante la settimana avevo capito che c’era qualche possibilità che mi facesse giocare, e quindi ero già gasato da inizio settimana. Poi quando entri allo stadio, vedi 80mila persone… quando mi ha detto: “vai a scaldarti” non ci ho capito più niente. Tifosi? Il calcio senza i tifosi è diverso. Da quando sono tornati è stato molto meglio. Il pubblico ti dà un’adrenalina diversa, si vive la partita in maniera diversa”.

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