La Juventus ha perso ieri sera contro il PSG nell’esordio della fase a gironi della Champions League, e prima di perdere la sfida ha perso anche Paul Pogba, che visti gli esiti negativi della terapia conservativa scelta dopo il suo infortunio, è stato costretto ad operarsi. Il professor Roberto Rossi, specialista in ortopedia e traumatologia, primario all’ospedale Mauriziano di Torino, professore ordinario all’Università di Torino e consulente della Juventus, ha operato il giocatore francese, ed ha parlato dell’intervento e della riabilitazione a cui andrà incontro il giocatore ai microfoni di Tuttosport.
“Il paziente sta bene, è tranquillo, ha trascorso una nottata serena e non vede l’ora di iniziare il percorso riabilitativo. La lesione del menisco esterno era complessa perché il tessuto era frammentato. Come si è visto anche dalla precedenti risonanze magnetiche, la lesione meniscale era peggiorata e quando il giocatore ha provato a forzare correndo in campo ha avuto un blocco articolare del ginocchio. La terapia conservativa non ha funzionato. Anzi, la lesione si è aggravata. Immaginiamo il menisco come una guarnizione, costituita da fibre di collagene. A volte accade che le fibre non siano più riparabili: dipende dalla sede della lesione, dalla tipologia della lesione e dalla qualità dei tessuti. Quando martedì siamo intervenuti abbiamo valutato tutti questi tre elementi”.
“Anche se avessimo voluto compiere una sutura del menisco rotto, non c’erano le condizioni per poterlo fare: non era più riparabile. Si è potuti intervenire soltanto con una meniscectomia. Del resto, il giocatore era già stato visitato da due luminari del settore, in una consulenza direttamente negli Stati Uniti e un’altra in Francia: in entrambi i casi i chirurghi avevano dato indicazione per un intervento. Abbiamo operato per circa 40 minuti in artroscopia. Appena abbiamo visto il menisco abbiamo capito che la lesione era peggiorata ulteriormente. È stata rimossa la porzione danneggiata del menisco esterno, che è una struttura molto importante e più complessa, per esempio, del menisco mediale perché è più spesso e ha caratteristiche biomeccaniche”.
“Adesso si comincia con attività a catena cinetica chiusa. Utilizzerà, cioè, la muscolatura che serve per il ginocchio ma lo farà a ginocchio esteso, non flettendo la gamba. Poi, in base alla reattività del ginocchio, se cioè avvertirà o meno dolore e se non ci saranno gonfiori, si passerà all’attività a catena cinetica aperta: si lavorerà sui muscoli che servono al ginocchio e potrà piegarlo. Sarà una procedura ovviamente più impattante. Poi corsa e poi si passa alla fase finale con la ripresa in campo”.
“In accordo anche con i medici della Juventus abbiamo indicato in otto settimane il tempo necessario affinché Pogba possa riaggregarsi alla squadra e tornare agli allenamenti in gruppo. Questo è il tempo stimato, poi occorre valutare le condizioni e le reazioni quando inizierà a forzare. Il giocatore sarà valutato a cadenza settimanale: verrà al JMedical dove seguirò l’evoluzione della riabilitazione e le risposte del ginocchio”.
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