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Il designatore arbitrale di Serie A e B Nicola Rizzoli, ha parlato intervistato dai microfoni de Il Corriere dello Sport: “Io volevo fare il calciatore, giocavo negli Allievi Regionali del Lame-Ancona e ogni volta che contestavo le decisioni arbitrali, il mio compagno di banco del Liceo Artistico, che arbitrava i ragazzi, mi ripeteva sempre ‘prova tu a fare l’arbitro…’. Alla fine l’ho preso in parola. E a 29 anni ero in Serie A”.
JUVE-NAPOLI – “Juve-Napoli? Mariani ha sbagliato, così come l’Avar. Lo sanno benissimo anche loro. Io sono sempre stato favorevole alla tecnologia, ed è assurdo che alle soglie del 2020 l’unico a non poter rivedere le immagini fosse proprio l’arbitro. La tecnologia ha ridotto notevolmente il numero degli errori, lo confermano i numero. Il fallo di mano? Due anni fa c’è stata una rivisitazione della regola: colpire il pallone di mano è antisportivo, ma non si può pensare che chi difende intervenga con le braccia dietro la schiena, è un movimento innaturale e rischioso”.
COMUNICAZIONE – “Oggi gli arbitri hanno meno personalità, ma è vero anche che in passato il non-visto prevaleva sul visto perché ci si confrontava con 6 telecamere e non con 16. Io spero che il chiarimento live faccia fare un passo avanti deciso. L’obiettivo è quello di riuscire a comunicare in tempo reale con l’esterno la decisione appena presa e le motivazioni. Chiaramente, anche quella del Var”.
CALCIOPOLI – “Ha accelerato la mia carriera. Alcuni colleghi mi precedevano nelle graduatorie di merito o per età, ma sono finiti nell’inchiesta e non hanno più arbitrato. In generale, però, ci ha fatto molto male. Rimettersi in piedi è stata durissima. Ricostruire un rapporto di fiducia con la gente, convincere gli appassionati che si era fatta pulizia: erano questi gli imperativi. Ancora oggi ci portiamo dietro qualche scoria, ingiustamente”.
ORSATO – “E’ inutile parlare dell’errore ammesso da Orsato in quel famoso intervento tra Pjanic e Rafinha. Stiamo parlando di una partita di tre anni fa, io guardo avanti. A cosa serve tornare oggi sull’episodio? La sudditanza psicologica? È negli occhi di chi guarda”.