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In casa Juventus tiene banco il rinnovo del contratto di Paulo Dybala: la Joya è stata investita dall’ambiente bianconero, da Agnelli, Allegri e anche dai compagni, del ruolo di leader della squadra e dello spogliatoio, tanto da essere stato designato come vice capitano di Giorgio Chiellini e come erede naturale della fascia. A coronamento di tutto ciò il rinnovo del contratto, che ha subito qualche rallentamento, ma che arriverà con il nuovo anno. Sul prolungamento del contratto della Joya si sono espressi alcuni ex giocatori bianconeri, che hanno detto la loro sul giocatore argentino intervistati dai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
CABRINI – “Paulo Dybala non è certo un giocatore che scopriamo adesso o che ha ancora bisogno di dimostrare qualcosa: quando è nel pieno della condizione è un elemento di primo livello che può cambiare le sorti di una squadra. Però valutare se, come e per quanto rinnovargli il contratto è un discorso su cui non ci si può esporre dall’esterno, perché dipende da tutta un’altra serie di fattori, legati soprattutto all’idea e alla politica della società. Il club deve tenere conto dei fattori economici, dei tempi, del momento in cui si trova, dei programmi per il futuro. Sicuramente quando sta bene la qualità dell’argentino non si discute e la abbiamo vista anche in questa stagione, anche se poi dipende anche da come lo fa giocare l’allenatore, dal modo in cui lo utilizza e da cosa gli chiede. Però lui può ricoprire il ruolo sia di seconda punta che di trequartista dietro gli attaccanti, garantendo in entrambi i casi i gol. Sicuramente avere un centravanti importante al suo fianco può aiutarlo”.
SERENA – “Se la Juve decidesse di scegliere la via della prudenza, con un contratto meno lungo di un quinquennale, io sinceramente capirei. Mi sembra una tutela comprensibile. Paulo Dybala è un grande giocatore e sono convinto che la Juve punterebbe con decisione su di lui, se capisse che è un attaccante in grado di avere continuità. In fondo lo ha sempre aspettato e Dybala in questi anni, con vari allenatori, è sempre stato centrale nel progetto. Gli infortuni recenti però fanno pensare: con diversi episodi muscolari nel passato, è giusto essere cauti e non sbilanciarsi. In tutto questo, c’è anche una questione tattica che secondo me è giusto considerare. Il mio Dybala preferito è quello della prima era Allegri, quando giocava davanti con Higuain e faceva la differenza: lui e Gonzalo si trovavano, avevano un dialogo tipico di due giocatori con tecnica superiore. E la Juve, con loro, vinceva, Paulo in quegli anni faceva la differenza anche nei primi metri, con lo spunto in velocità che gli permetteva di essere sempre pericoloso. Ora è nella completa maturità psicologica e mentale, ma il giocatore mi entusiasma meno e credo abbia bisogno di una collocazione tattica particolare: per essere efficace, deve giocare in un certo modo”.
DI LIVIO – “La prima cosa è che Dybala deve tornare a stare bene, perché troppi infortuni fanno male alla squadra. Però Paulo è un top, e i giocatori top devono stare alla Juve. E questa squadra ha un gran bisogno di uno come lui, lo si è visto quando è mancato per come a volte la squadra fatica a creare occasioni. In quanto alla durata del contratto, ai numeri dieci ci si lega per sempre. È già successo in passato, con Del Piero alla Juve, con Totti alla Roma. Sono quel genere di giocatori per cui non si fanno troppi calcoli. E se Dybala sta bene è quel tipo di figura. Dybala servirà subito ed è sicuramente un punto da cui ripartire per il futuro”.
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