Tomas Rincon, ex calciatore della Juve, ha detto la sua sui bianconeri. Ecco le sue parole a Cronache di Spogliatoio: “Quando sono arrivato è stato bellissimo: ho vinto due trofei, ho avuto un periodo intenso perché sono arrivato a gennaio e la squadra era impegnata nel preparare gli ottavi di Champions League. Sono grato ad Allegri: mi ha accolto benissimo, mi ha fatto giocare 19 partite in 6 mesi, sono stato il primo venezuelano a giocare una semifinale di Champions, ho vissuto periodi pazzeschi fino alla finale persa. Ho vinto il campionato e la Coppa Italia. Qualitativamente, però, ho vissuto il miglior periodo al Genoa, sicuramente il più continuo, mentre al Torino in 5 anni ho avuto più picchi, come quando abbiamo fatto 63 punti con Mazzarri”.
Su Dybala
“Quando ero ragazzo mi ero promesso che se fossi arrivato in un top-club, mi sarei comprato una Ferrari. Era una scommessa tra me e me. Una cosa mia. Quindi quando la Juventus mi acquistò, andai a prendermi una Ferrari come regalo. Uno dei primi giorni trovai Dybala nel parcheggio che mi disse: ‘Mamma mia quanto è bella’. Così gli chiesi perché non se la comprasse, dato che gli piaceva così tanto. Mi rispose: ‘Come potrei permettermi di arrivare con una Ferrari davanti a tutti questi campioni, ci sono Buffon, Chiellini, Dani Alves… e tutti gli altri’. Per me quel momento è stato un forte insegnamento, un ragazzo giovane ma molto maturo, in quel momento in grande hype alla Juventus, che faceva un discorso del genere. Paulo è un ragazzo molto speciale, lo stimo tanto. Non aver vinto quella Champions League è stata una sofferenza: siamo arrivati bene in finale, eliminando anche il Barcellona. Siamo andati negli spogliatoio sull’1-1, era tutto aperto. Poi il Real Madrid ha accelerato e non siamo riusciti a contenerli. Avevano una squadra pazzesca pure loro. Mi ricordo che mentre ci avviavamo al campo, nel tunnel sono usciti i primi 4 di loro. Stavano sulla porta, parlavamo: c’erano Cristiano Ronaldo, Sergio Ramos, Bale e Benzema. Quando li ho visti, ho pensato: ‘E ora?’”.