Sono passati già 20 anni dalla morte di Gianni Agnelli. La Juventus, sul suo sito ufficiale, lo ha ricordato sul suo sito attraverso frasi storiche. Parole che tratteggiano il rapporto con la squadra i suoi uomini chiave. Eccone alcune: “«BONIPERTI E TRAPATTONI MERITANO RICONOSCENZA»
La continuità è uno dei valori della Juventus. Non un semplice rispetto delle tradizioni – anzi, è nel rinnovamento che la società trova la sua forza maggiore -, bensì il riconoscimento del lavoro quando è svolto al massimo livello. Ne sono un esempio Giampiero Boniperti – da giocatore prima e da Presidente poi – e Giovanni Trapattoni, il mister che più a lungo è stato sulla panchina bianconera, uomini ai quali Gianni Agnelli ha guardato sempre con enorme considerazione.
«HO DATO A DEL PIERO IL SOPRANNOME PINTURICCHIO: PER L’ESTETICA, PER IL MODO DI GIOCARE. I SUOI GOL SONO SEMPRE ECCELLENTI»
Per Gianni Agnelli il calcio e la Juve sono sinonimi di bel gioco. Si spiega così il riconoscimento della cifra stilistica di Alessandro Del Piero con l’accostamento a un pittore, come Roberto Baggio paragonato a Raffaello. Nell’ammirazione per i grandi numeri 10, l’Avvocato ha avuto una venerazione per Omar Sivori, definito «più di un fuoriclasse, per chi ama il calcio è un vizio». E poi, naturalmente, c’è Le Roi, secondo molto la traduzione in campo dello stile di Agnelli: «Platini rimarrà unico e inimitabile, non ci sarà mai un altro Platini nella Juve. Al mondo non esiste uri suo sostituto. E se un giorno, come spero, potessimo avere nella Juventus un giocatore sul quale ci trovassimo a commentare “questo è più forte di Platini”, lo direi con una punta di dispiacere».
«AMO IL CALCIO, FORSE LO AMO TROPPO, A TAL PUNTO DA METTERE IN SECONDO ORDINE LE ALTERNATIVE DOMENICALI. SÌ, AMO MOLTO QUESTO SPORT CHE NON HA RIVALI»
Gianni Agnelli ha nei confronti del calcio un interesse da vero appassionato. Ama sapere tutto della Juventus e non solo, il suo sguardo è proiettato anche sulla scena internazionale. A spingerlo non c’è una curiosità meramente tecnica. Nei tanti colloqui con gli addetti ai lavori – spesso attraverso telefonate all’alba – c’è l’intenzione di andare oltre il campo, di scoprire la dimensione umana dell’evento sportivo. Poi, c’è lo stadio. Il piacere di assistere agli incontri della sua Juve, di incontrare la squadra tra il primo e il secondo tempo negli spogliatoi. Senza mai pronunciare discorsi, senza alcuna interferenza, provando a capire dal di dentro che cosa stia avvenendo.
«PRIMA DELLA PARTITA, SONO SEMPRE NERVOSO. DOPO, QUASI SEMPRE SODDISFATTO»
La maggior parte delle immagini di Gianni Agnelli inerenti la Juventus lo vedono seduto in tribuna, intento a osservare la squadra del cuore. Con un’espressione spesso divertita, di chi pensa che presto possa nascere qualcosa che appaghi totalmente il desiderio di vincere insieme al suo senso estetico. Una felicità a portata di mano, anche quando non sembra possibile: «Nei momenti difficili di una partita, nel mio subconscio c’è sempre qualcosa che scatta, ed è quella capacità di non arrendersi mai. E questo è il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te lo aspetti».
All’ingresso dello Juventus Museum, si legge una frase dell’Avvocato. Oggi, il logo della Juventus, in fondo, è anche la traduzione visiva di uno dei suoi pensieri più emozionanti riguardanti la passione di una vita”.
(juventus.com)