Gian Marco Remondina, ex allenatore di Magnanelli, nuovo collaboratore di Allegri alla Juventus, ha detto la sua. Ecco le sue parole a Tuttojuve.com: “Aveva una ventina d’anni, faceva parte di quella nidiata di giovani che era appena arrivata al Sassuolo. Era un ragazzo bravissimo, disponibilissimo a qualsiasi cosa, vedevi subito la sua voglia di arrivare. Già all’epoca ricordo una grande personalità, poi ricopriva molto bene il ruolo di metodista. Quel che mi rimase in mente era la sua forza fisica eccezionale. Si sacrificava tantissimo, non era infatti molto semplice lavorare con me. Metteva giù il muso. Per me è un ragazzo troppo bravo, i compagni poi gli volevano un gran bene. Avevano capito subito che tipo di persona fosse. Io l’ho sempre definito il sogno umano di Squinzi, perché ricorderò sempre che il presidente voleva giocare il derby con il Milan. Francesco, per me, è il collegamento di quel periodo: il Sassuolo è salito in A e ha giocato in Europa.
Per chi ha giocato per più di vent’anni è la logica conseguenza, penso che poi diventi allenatore oppure collaboratore. Poi chi lo sa, magari un giorno può decidere di fare il primo. Per ora è la mossa giusta, la Juve è un club importantissimo e Max Allegri conosce bene il suo valore umano.
Ha avuto tanti allenatori in carriera, non solo De Zerbi, e il Sassuolo li ha sempre scelti con delle idee di gioco. Per averle, devi avere in testa degli schemi e sapere poi come attuarli. Alla Juventus è mancato questo negli ultimi anni: Allegri è un gestore delle risorse umane, legge benissimo le partite e sa tutto; ma sotto l’aspetto del gioco potrà ricevere un grosso aiuto da Francesco Magnanelli”.