[fncvideo id=679923 autoplay=true]
La mattinata bianconera è ancora più luminosa. Non solo per la vittoria di ieri contro la Sampdoria, ma anche per la buona riuscita dell’iniziativa umanitaria del club. La società infatti aveva inviato una delegazione, guidata dall’amministratore delegato Maurizio Arrivabene, per portare in Italia circa 80 profughi ucraini. Stamattina, dopo un lungo tragitto, c’è stato l’arrivo in Italia. Andiamo a leggere tutto attraverso il sito ufficiale della Juventus.
“I PROFUGHI UCRAINI SONO ARRIVATI IN ITALIA
Sono arrivati nella mattinata di oggi a La Morra, in provincia di Cuneo, i bus che, venerdì, avevano lasciato la Continassa con destinazione Zahony, Ungheria, nei pressi del confine con l’Ucraina, e che ieri sono ripartiti verso l’Italia. Un viaggio di 2800 chilometri, fra andata e ritorno, che ha permesso di portare in Italia circa 80 persone, in stragrande maggioranza bambine, bambini e ragazzi, insieme ad alcune mamme: alcuni di loro fanno parte delle scuole calcio ucraine, e sono stati recuperati anche grazie all’impegno di Alex Velykykh, originario di Donetsk, attraverso la Federazione Calcio ucraina. Una delegazione di circa 20 persone, quella bianconera, che ha anche portato al confine generi di prima necessità, vestiti e medicinali, raccolti nei giorni precedenti, grazie all’impegno di tutti i dipendenti della Juventus: un’operazione che vi abbiamo raccontato nel dettaglio e che è stata facilitata, in loco, dall’aiuto del Console Generale ungherese, Jenō Csiszár.
Al loro arrivo oggi, gli amici ucraini sono stati accolti con grande calore e tanti sorrisi all’Hotel Santa Maria di La Morra, messo a disposizione grazie all’impegno di Regione Piemonte e Protezione Civile regionale, che si sono fin da subito prodigati per rendere possibile e realizzare questo progetto. Presente anche il Sindaco di La Morra, Maria Luisa Ascheri. Un lungo viaggio, terminato con un momento serenità per bambine, bambini, mamme e ragazzi che da oggi possono cercare di lasciare alle loro spalle l’orrore da cui sono fuggiti e guardare al futuro“.