La querelle sul caso plusvalenze continua. Dopo le richieste fatte qualche settimane fa dalla Procura nei confronti di alcune squadre di Serie A, e la successiva assoluzione da parte del Tribunale Nazionale Federale, nella giornata odierna il procuratore Giuseppe Chiné, ha presentato il reclamo alla Corte federale d’Appello. Una nuova pagina scritta per questo processo, che, così facendo, allunga inevitabilmente i tempi di tutta l’inchiesta. Certamente non una buona notizia per la Juventus, che aveva accantonato, almeno per il momento, questo processo.
Ecco il ricorso, riportato da iltempo.it: “Il primo e, forse, più grave motivo di erroneità della decisione gravata è la mancanza assoluta di ragioni, nell’ambito del corpo motivazionale, per le quali il giudice di primo grado abbia ritenuto di discostarsi e, per certi versi, disapplicare completamente i principi ampiamente enucleati in materia dalla Giustizia Sportiva di questa Federazione.
Alla luce della cornice giurisprudenziale sopra richiamata – spiega ancora la Procura Figc dopo aver citato una serie di sentenze – che certamente aveva affermato il principio della libera contrattazione tra le parti, ma nel contempo aveva valorizzato adeguatamente le caratteristiche delle operazioni contestate, che le rendevano “anomale” anche e soprattutto nell’ottica del libero mercato, al punto da ritenere raggiunta la prova della violazione delle norme federali proprio in virtù di tali caratteristiche (reiterazione, scambio senza effetto finanziario, mancato utilizzo del diritto acquistato, ecc.), risulta evidente come il Tribunale nel caso di specie abbia – nonostante il dichiarato sospetto sorto su alcune operazioni – omesso completamente l’esame di tutti gli elementi e i dati documentali offerti nel deferimento e nella relazione di indagine, in particolare riguardo a quei plurimi elementi gravi, precisi e concordanti che rendono evidente la strumentalizzazione e l’uso improprio che le società coinvolte hanno fatto della propria libertà di contrarre, abusando delle plusvalenze realizzate sulle vendite dei diritti e omettendo la svalutazione dei diritti acquistati.”