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In questi giorni si susseguono le notizie sull’inchiesta ‘Prisma’. La Procura di Torino continua la sua attività investigativa, aperta lo scorso novembre per le 62 operazioni di mercato che avrebbero confermato una “gestione malsana delle plusvalenze“. Il nuovo filone delle indagini riguarda invece un’altra situazione, anche se, come nel caso precedente, l’accusa è sempre di falso in bilancio. Nel mirino stavolta sono finite le mensilità congelate con l’accordo tra la Juventus e i giocatori durante il periodo del primo lockdown dovuto al Covid.
Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, tre dei quattro salari sospesi, quelli di aprile, maggio e giugno, sarebbero stati resi più avanti. Infatti i primi giocatori ascoltati dai magistrati, come persone informate dei fatti, avrebbero confermato di aver percepito tutte o una parte di quelle cifre e la piena bontà dell’intesa iniziale (iniziativa presa anche da altri club europei). Di questo accordo è stata trovata ampia traccia dai documenti raccolti, che sarebbero stati custoditi dagli agenti dei giocatori e non dai club.
Nel corso degli ultimi giorni i magistrati hanno ascoltato per circa due ore e mezza ciascuno Paulo Dybala, Federico Bernardeschi, Alex Sandro e il consulente di Aaron Ramsey. Finora sono stati ascoltati i giocatori con gli ingaggi più alti tra quelli presenti a Torino. Come riferisce La Gazzetta dello Sport, l prossimo 2 aprile il Pm Marco Gianoglio ascolterà a Roma il presidente della FIGC Gabriele Gravina. La prossima settimana dovrebbe essere il turno di Alessandro Lucci, agente di Dybala e Cuadrado, del quale sono stati perquisiti gli uffici nei giorni scorsi. Gli inquirenti stanno cercando di capire se ci siano stati illeciti, perché dalla relazione finanziaria del giugno 2020, risulta solo la rinuncia alle mensilità e non il debito assunto dalla società. Resta difficile comunque che i giocatori possano fornire dettagli tecnici, aspetti di cui si sono occupati i loro agenti e legali.