Pogmentary, Pogba: "Devo prendere una grande decisione"

Pogmentary, Pogba: “Devo prendere una grande decisione”

Paul Pogba è un pupillo di Allegri.
Da oggi è disponibile su Amazon Prime Video 'Pogmentary', docu-serie sulla vita di Paul Pogba. Di seguito alcuni estratti delle sue parole.

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Da oggi è disponibile su Amazon Prime VideoPogmentary‘, la docu-serie su Paul Pogba. Ecco alcuni estratti delle parole: “Mi chiamo Paul Pogba, gioco nel Manchester United, uno dei club migliori al mondo. Qualche anno fa ho vinto il Mondiale con la Francia. Voglio essere élite, top class. Sono a un punto di svolta della mia carriera, ho una grande decisione da prendere. E’ una grande decisione da prendere, che determinerà il mio futuro. Non posso fare errori. Sono nato pronto. Pronto a cadere, a tornare, a combattere e a vincere“.
La carriera: “La carriera prevede molti sacrifici. Ho lasciato casa a 16 anni, famiglia e amici, la Francia, per andare a Manchester. Ero in un nuovo Paese, non conoscevo nulla, non parlavo nemmeno la lingua. Avevo una famiglia affidataria, brave persone mi hanno accolto e fatto sentire benvenuto. Non avevo amici all’inizio, era tutto nuovo. C’era un’altra mentalità. Tutti i giovani volevano giocare nel Manchester United e all’inizio nessuno ti aiutava. Questo mi ha fatto crescere: non avevo mamma e papà, ho fatto tutto da solo. L’unico pensiero era giocare bene e diventare un professionista. Dovevo mettermi alla prova e guadagnarmi il rispetto dello spogliatoio. Anni indimenticabili quelli trascorsi lì“.
Il primo addio: “Avevo 18 anni. Ero giovane, avevo appena lasciato l’Academy, l’obiettivo era giocare nello United. Tutti possono imparare a giocare a calcio e lavorare duro. Ma è la tua mentalità che fa la differenza. Ero scioccato. E sono andato alla Juve. Sono partito, ma l’amore ancora c’era“.

La vita: “12 anni dopo sono ancora a Manchester, giocando con lo stesso club. In questa città, ho creato una famiglia. La famiglia è vita. Io sono solo un uomo di famiglia, amo spendere il tempo con famiglia e amici. Mia moglie Zulay, mio figlio Labile Shakur e il più piccolo Keyaan Zaahid. Ho scelto la vita, i figli e una famiglia grande. Il calcio è bello, ma un giorno finirà, ma non smetti di essere padre. Non voglio essere perfetto, ma il miglior padre e marito possibile. Ci sono decisioni famigliari da prendere. Ho un anno di contratto, c’è molto da decidere e tutto può accadere“.
Su Pimenta e Raiola: “Rafaela è il mio avvocato da 10 anni. E’ parte della famiglia. Mi osserva come se fossi suo figlio, ed è come una seconda mamma per me. La mia mamma del business. Abbiamo una vera relazione personale. Quando parliamo di business, parliamo di business. Mino è il mio agente. Colpisce sempre al cuore dei club“.
L’importanza della fiducia: “E’ così per tutti i giocatori, devi sentirti importante nel tuo club, nella squadra. Se non lo sei è una sentenza di fine. Cosa mi rende felice? Sono felice se sono coinvolto in un progetto. Ora sono continuamente di ritorno dagli infortuni e non mi sento così, devo tornare in nazionale per riprendere la mia fiducia“.

Il sogno: “A questo punto del gioco devi essere tranquillo, io sono tranquillo perché so con chi sto lavorando. Lavoro sul campo e so chi lavora fuori. Il mio periodo a Manchester è stato bellissimo e ora non so davvero cosa accadrà. Per me Manchester è una città davvero speciale. Ho iniziato ad allenarmi a Le Havre e poi a Manchester, non puoi rifiutarlo, è lo United. Non puoi. E’ pazzesco, la gente, le partite. E’ veramente qualcosa di diverso. Il mio obiettivo era giocare con i Pro durante l’era Ferguson, da Giggs a Scholes, una grande generazione. Me la ricordo la prima partita. Ero lì per dimostrare le qualità e la determinazione. I miei genitori mi guardavano alla tv, era il mio sogno“.
18 maggio 2021: “Potrebbe essere la mia ultima gara con lo United, dobbiamo finire con una vittoria. Se va male e non vinci, non vince, ma voglio essere me stesso al 100%. Appena inizio ad andare al campo, entro in modalità partita. Non abbiamo vinto, non ho sognato. La mia ultima gara, dovevo segnare, ma niente. Pensi di cambiare club, di lasciare tutto alle spalle. Non lo vedi fisicamente, ma lo pensi. Tutto accelera, vedi la situazione, la decisione che prendi in campo, non è la stessa“.

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